ESPERIENZE -“”Il liceo Saint-Benno di Dresda””

Germania Est,
una scuola aperta
a cattolici,
protestanti
e non credenti

Una scuola cattolica nel cuore di una città dell’ex Germania dell’Est dove i cattolici sono diventati minoranza. E’ il liceo Saint-Benno di Dresda: 60 insegnanti provenienti da ogni parte del Paese, 790 studenti distribuiti su 8 anni, protestanti, cattolici e non credenti. Un vero e proprio “laboratorio di cultura”, l’obiettivo comune di allievi e insegnanti è “preparare all’esistenza”, formare uomini e donne capaci di futuro.
Innanzitutto alcuni dati: i cattolici in Germania Est rappresentano il 5% della popolazione, i protestanti il 20%. Il 2% di questa fa parte di altre chiese mentre ben il 73% dichiara di non appartenere ad alcuna confessione.
Secondo il teologo tedesco Zulehner che ha seguito lo studio, c’è da aspettarsi un’espansione religiosa un po’ ovunque in Europa, ad eccezione però di Germania orientale e Repubblica Ceca. Il pessimismo è diffuso. Il 75% dei parroci viennesi, ad esempio, dichiara che la situazione non migliorerà nei prossimi dieci anni.
Fanno eccezione i giovani. Cresce infatti nelle nuove generazioni l’interesse per Dio, la Chiesa e la fede: in tutti i Paesi esaminati dell’Europa dell’Est, l’81% dei ragazzi sotto i 19 anni non si dice ateo. “Siamo però di fronte a una religione fai-da-te – fa notare padre Frido Pflüger, gesuita, direttore della St. Benno dal 1994 e docente di matematica e fisica – con un Dio senza volto. In Germania solo un terzo dei giovani ‘praticanti regolari’ sente Dio come interlocutore personale. In aggiunta, un credente su due dice che la Chiesa non offre alcuna risposta alle questioni e ai problemi capitali dell’esistenza”.
In questo contesto, operano gli insegnanti del liceo St. Benno di Dresda. Sebbene la maggioranza dei tedeschi dichiari di non appartenere ad alcuna confessione religiosa, sono molte le famiglie che per i loro figli optano per un’educazione aperta alla cultura cristiana. “Il 98% dei nostri genitori – conferma padre Pflüger – ritiene importante un’educazione nello ‘spirito cristiano’. Anche tra i non credenti, il 44% afferma che l’insegnamento dei valori cristiani ha importanza”. La scuola segue come suo orientamento di fondo una “totale apertura” e come suo obiettivo primario la preparazione dello studente. “Una buona scuola – osserva il gesuita – è quella che prepara all’esistenza”; in essa “la dimensione umana”, fatta di “comunicazione, relazione, atmosfera, scambio”, è propedeutica alla “formazione globale della personalità”.
Orientare però i giovani ai valori non è facile in un contesto frammentato come quello in cui vivono. Sono sempre più gravi ed evidenti, racconta padre Pflüger, sintomatologie come “l’aumento delle malattie nervose, soprattutto la depressione, e il consumo crescente di droghe”. Ecco perché alla St. Benno i docenti hanno deciso di lavorare su più fronti, coadiuvati da un insegnante-consulente, due consiglieri sulla droga, un direttore pedagogico e un cappellano. I ragazzi vengono così coinvolti in interessanti progetti sociali come “la visita alle persone anziane di una casa di riposo di Dresda; il gruppo di lavoro ‘La terza età su Internet’, formato da studenti che insegnano Internet agli anziani; il progetto ‘Compassione’, molto conosciuto in Germania, una sorta di stage sociale; l’aiuto a una scuola situata nelle bidonvilles di Cali in Colombia, cui vengono destinati i proventi delle manifestazioni culturali della scuola; il gemellaggio con altre 7 scuole, tra cui una giudeo-israeliana e una giudeo-araba di Israele, in attesa di stringere contatti con Bangalore in India”.
a cura di Valentina Conte