Rappresentanti dei Patriarcati di Mosca e di Costantinopoli si sono incontrati nei giorni scorsi a Zurigo per accordarsi sulle questioni relative alle giurisdizioni ortodosse di Ucraina ed Estonia. Si è quindi creata una delegazione mista che visiterà l’Ucraina per meglio conoscere la situazione del Paese. Il suo scopo si legge in un comunicato diffuso da Mosca è “sostenere gli sforzi compiuti dai due patriarcati per ristabilire l’unità all’interno della Chiesa ortodossa in Ucraina”.
L’Ucraina conta più di 15 mila parrocchie ortodosse. In seguito al crollo dell’Unione sovietica, 8 mila circa sono uscite dalla giurisdizione di Mosca. Di queste ultime, circa 2 mila sono andate sotto la guida del metropolita Philarète di Kiev che per questa ragione fu scomunicato e ridotto allo stato laico dal Santo Sinodo del Patriarcato di Mosca. Il vescovo “ribelle” si è così messo alla guida della sua Chiesa, autoproclamandosi patriarca della Chiesa ortodossa d’Ucraina. Accanto alla Chiesa del metropolita Philarète e alla Chiesa ortodossa ucraina rimasta fedele al Patriarcato di Mosca, c’è la “Chiesa ortodossa autocefala d’Ucraina” che raggruppa qualche centinaia di parrocchie. Si ispira a quella “ortodossia delle catacombe” che non fu mai accettata dal regime sovietico ed ha mantenuto all’estero le sue sedi, riconoscendo come “guida spirituale” il metropolita Constantin, capo della Chiesa ortodossa d’Ucraina negli Stati Uniti. “L’incontro di Zurigo afferma l’Apic, agenzia di stampa promossa dalla Conferenza episcopale elvetica sembra essere stato promosso in vista della prossima visita di Giovanni Paolo II in Ucraina. I Patriarcati di Costantinopoli e di Mosca temono che questo viaggio del Papa, previsto per la fine di giugno, possa ulteriormente aggravare le relazioni tra le comunità ortodosse. In particolare, si teme che l’incontro tra Giovanni Paolo II e il metropolita Philarète possa costituire motivo di ulteriori problemi per i due patriarcati”.