FRANCIA – La "rivoluzione" dei diaconi” “

Un’inchiesta
del quotidiano
“Le Monde” sui diaconi permanenti ne esplora
i problemi
e le aspettative. Solo
in Francia sono 1.600.
E a Padova
si parla anche
di diaconato femminile.

Sono 1.600, in gran parte sposati, appartenenti alle più svariate classi lavorative, occupano una funzione al servizio della comunità cristiana. Battesimi, matrimoni, funerali, il loro peso si rafforza in una Chiesa caratterizzata dal progressivo invecchiamento dei sacerdoti. Sono i “diaconi permanenti” della Chiesa cattolica francese ai quali il quotidiano “Le Monde” ha dedicato lo scorso 25 maggio un’inchiesta.
“Il diacono – dichiara a “Le Monde” padre Michel Manceau, del Comitato nazionale del diaconato – non serve a rimpiazzare o a supplire i sacerdoti. Non è un viceparroco o un super-sacrista”, sebbene ci sia ancora chi, tra i cattolici, si ostina a considerarli tali. “E sono proprio i cattolici – conferma con rammarico Yves Brisciano, diacono permanente nella diocesi di Val-de-Marne – a non comprendere il ruolo del diacono. Gli stessi miei colleghi di lavoro non si pongono la domanda dell’utilità del mio ministero”. All’interno della Chiesa, rimarca “Le Monde”, sono presenti due “opzioni”: tra chi afferma che “il diacono deve essere collegato ad una parrocchia per esercitare il suo servizio alla comunità” e chi, invece, considera il diaconato permanente “un ministero di soglia, rivolto completamente all’esterno”. Una dicotomia che, per padre Manceau, “si tende a superare”. “Il diacono – afferma – deve posizionarsi nell’articolazione della vita interna della Chiesa e del mondo esterno. Un’andata-ritorno tra i due”. La scelta della Chiesa francese, scrive “Le Monde”, è quella di “non clericalizzare i diaconi”. “D’altronde pensare al diaconato permanente come una porta verso il ministero sacerdotale è non comprenderne l’originalità”, dichiara padre Henri-Jérôme Gagey, della Facoltà di teologia dell’istituto cattolico di Parigi, per il quale, tuttavia, “la presenza di diaconi permanenti avrà effetti di rinnovamento”.
Il diaconato al femminile. Ma se sul ruolo dei diaconi permanenti le posizioni sembrano nette, ancora aperto è il dibattito sul diaconato “al femminile” che si collega a quello più ampio del “ruolo della donna all’interno della Chiesa”. “Si sa – scrive Le Monde – che nei primi tempi del Cristianesimo, esistevano vedove e vergini che ricoprivano un compito analogo a quello dei diaconi. Esse venivano chiamate diaconesse. Una parola che appare una volta nel Nuovo Testamento, grazie a san Paolo. Secondo alcuni teologi – riferisce ancora il quotidiano francese – le loro funzioni erano diverse da quelle degli uomini e il loro servizio non era un ministero ordinato”.
E mentre in Francia si discute, in Italia, precisamente a Padova, nasce un nuovo posto per le donne nella chiesa: le collaboratrici apostoliche. A darne notizia, nel numero del 18 maggio, è il settimanale diocesano “La Difesa del popolo” che annota: “Padova sta avviando una nuova realtà di vita consacrata: cinque donne hanno emesso la prima professione religiosa, o meglio, la loro dedicazione alla chiesa locale, come “collaboratrici apostoliche diocesane” lo scorso marzo. E’ l’epilogo di un percorso lungo parecchi anni quello che ha portato alla prima professione di queste donne: la ricerca di un posto nella chiesa diverso da quelli già esistenti e riconosciuti, i tentativi di una strada nuova. Si configura come “associazione pubblica di fedeli” dipendente dall’ordinario diocesano. “Una forma di vita paragonabile – ha detto l’arcivescovo Antonio Mattiazzo – a una “diaconìa femminile”, caratterizzata dai tre voti classici (povertà, castità e obbedienza), vissuti “al femminile”, e dalla diocesanità, l’inserimento diretto cioè nella chiesa locale. Le cinque consacrate continueranno a risiedere in famiglia oppure potranno vivere in comunità. La professione verrà rinnovata di anno in anno per tre anni; intanto verranno maturati e approvati statuti e regolamenti e la nuova realtà inizierà a diventare pubblica”.
I diaconi permanenti in Italia sono poco più di mille, mentre nel mondo, secondo dati dell”Annuario Pontificio, sono 26.629.