Più della metà dei pastori anglicani si considerano sottopagati dalla “Chiesa di Inghilterra“, fondata nel 1500 da Enrico VIII per separare politicamente l’Inghilterra da Roma, e uno ogni dieci chiede un aumento nello stipendio del cinquanta per cento. E’ il risultato di una indagine condotta fra oltre seimila parroci anglicani dalla Chiesa di Inghilterra che sta per riformare le paghe dei suoi sacerdoti. In media, i pastori anglicani ricevono oggi poco meno di cinquantatre milioni di lire all’anno, quasi tutti provenienti dalle offerte dei parrocchiani. Secondo quanto dichiarato nelle interviste raccolte durante l’inchiesta, si tratta di una somma non sufficiente per vivere, che ha costretto molti pastori a fare debiti di decine di milioni di lire. La busta paga più consistente è quella di George Carey, Arcivescovo di Canterbury e capo della “Chiesa di Inghilterra”, pagato centosettantasette milioni di lire all’anno. Molti pastori, almeno uno ogni quattroaffermano di aver bisogno di almeno sessantacinque milioni di lire all’anno per riuscire a sopravvivere. La necessità di riformare gli stipendi dei pastori deriva dal calo nel numero dei fedeli che ha causato una diminuzione sostanziale nelle offerte lasciate in chiesa alla domenica. Almeno millecinquecento pastori anglicani sono iscritti al sindacato e ritengono di non essere pagati in modo adeguato, considerata la loro professionalità né protetti da un contratto adeguato.