“La fiducia del consumatore nell’agricoltura europea può essere ristabilita solo a patto di assicurare produzioni e raccolti rispettosi delle colture, dell’ambiente e degli animali“. Lo ha detto Franz Fischler, da sette anni Commissario europeo all’agricoltura, rispondendo alle preoccupazioni crescenti relative all’impatto negativo degli odierni metodi di produzione agricola sulla catena alimentare. Le crisi della mucca pazza, dell’afta epizootica e dei salmoni al mercurio, unitamente alle questioni più ampie degli organismi geneticamente modificati (Ogm) e della qualità e della sicurezza alimentare in senso lato, hanno infatti condotto all’apertura di un dibattito aperto sulla necessità di assicurare un’agricoltura “sostenibile”. Secondo il Commissario, occorre coinvolgere in questo obiettivo agricoltori, commercianti, politici, tecnici e consumatori. Non è sufficiente “ricoprire un prodotto di etichette ed adesivi ed aspettarsi che il consumatore paghi sulla fiducia un prezzo più elevato, senza fornire a monte le necessarie garanzie”. La chiave di volta, quindi, risiede nel rilancio delle politiche integrate di sviluppo rurale, che tengano conto non solo della compatibilità con l’ambiente delle tecniche agricole, ma anche degli aspetti legati alla qualità della vita nelle zone rurali. Si era posto sulla stessa lunghezza d’onda il documento della Comece (Commissione degli episcopati dell’Unione europea) su: “la crisi nell’agricoltura europea e le sue conseguenze”. Nel testo, i vescovi apprezzavano l’intenzione espressa dai Capi di Stato e di Governo dell’UE di dar vita, entro la fine dell’anno, all’Agenzia alimentare europea con il compito di tenere sotto controllo i prodotti alimentari disponibili sul mercato dei Quindici.