Diminuiscono le missioni cattoliche per gli stranieri in Svizzera: le seconde e terze generazioni si stanno integrando sempre meglio nelle parrocchie locali, preferendo queste alle missioni cattoliche per emigrati stranieri. Il calo si registra soprattutto tra gli italiani: il rapporto annuale indica infatti una diminuzione delle missioni cattoliche per i nostri connazionali in Svizzera che passano da 85 nel 1999 a 69 del 2000. E’ uno dei dati emersi nel corso dell’assemblea annuale della Commissione della Conferenza episcopale svizzera per le migrazioni che si è tenuta a Berna lo scorso 23 maggio.
Operatori pastorali, esperti di immigrazione e sociologi hanno cercato di analizzare il livello di integrazione degli immigrati. E’ stato ribadito che Italia, Grecia e Spagna – Paesi tradizionalmente di emigrazione – sono diventati mete di immigrazione. Il dibattito si è quindi centrato sul controllo dei flussi migratori provenienti soprattutto dal Sud del mondo e dall’Est Europa. A parere degli esperti, politiche troppo restrittive accrescono la vulnerabilità degli stessi immigrati i quali cadendo nella clandestinità sono spesso privati di ogni assistenza e facile preda dello sfruttamento sul lavoro. I partecipanti hanno chiesto di incentivare la formazione (“per ottimizzare il potenziale dell’immigrazione”) e migliorare le misure di accoglienza (dagli asili nido alle strutture di accompagnamento…). “Ogni franco investito in queste misure si è detto a Berna frutta quattro volte tanto in economia realizzata”.