“Un no incondizionato alla pena di morte”. Ad affermarlo è l’Alleanza riformata mondiale (Arm) nel giorno in cui Timothy McVeigh è stato giustiziato con una iniezione letale nella prigione federale dell’Indiana (Stati Uniti). Nel 1995 McVeigh aveva fatto esplodere una bomba in un palazzo ad Oklahoma City causando la morte di 168 persone. Tra le vittime 19 erano bambini. “ Non ha nessun senso scrive in una dichiarazione l’Arm uccidere persone che hanno ucciso per dimostrare che l’omicidio è sbagliato: c’è una contraddizione tra ciò che si afferma e ciò che si fa”. L’Alleanza riformata ricorda che già 22 anni fa, il Consiglio generale dell’Arm riunito a Seul aveva chiesto per l’abolizione universale della pena di morte, “richiesta si legge nel comunicato oggi condivisa da molti membri delle nostre Chiese”. L’Arm si dice d’accordo con Amnesty International secondo la quale il ricorso abusivo alla pena capitale non è un deterrente alla violenza. “Con la pena di morte afferma l’Arm si commette deliberatamente ciò che vuole condannare… Così non si contribuisce in nessun modo a ridurre la violenza criminale e non si apporta nulla alle vittime di omicidi e assassini”. L’Arm, che riunisce 75 milioni di cristiani in 214 chiese di 106 paesi del mondo, conclude la sua dichiarazione ribadendo il proprio impegno a sostegno di una moratoria della pena capitale “che costituisce la prima tappa verso la sua abolizione universale”.