Al Bundestag
si discute della liceità
della diagnosi genetica sugli embrioni
“Nella Repubblica federale tedesca l’anno 2001 è indicato come ‘Anno delle scienze biologiche’. Tutte le forze sociali sono chiamate a riflettere in particolare, nel corso di questo anno, sulla peculiarità e gli effetti di queste scienze.”, questo hanno dichiarato ad Augsburg l’8 marzo i vescovi tedeschi, intervenendo, insieme alle altre forze sociali e politiche, nel dibattito sulla genetica e sulle nuove tecnologie e sulle industrie vi che ruotano attorno.
Si tratta di un argomento acceso e controverso che da diversi mesi trova grande rilievo sulla stampa di lingua tedesca e in merito al quale, tanto all’interno dell’arco costituzionale così come di uno stesso partito, si distinguono posizioni nettamente divergenti. Anche nel dibattito al Bundestag sul tema “Etica della moderna medicina e della biotecnologia” la discussione ha rotto i fronti consueti, tanto che si trovano inaspettatamente a combattere fianco a fianco economisti liberisti con difensori della vita, cattolici e verdi contro FDP, tradizionalisti e femministe. Si tratta di uno scontro concreto, non la consueta lotta tra partiti, e nel quale ognuno dei 18 relatori precisa di esprimere una posizione personale.
La legge tedesca consente attualmente, in ambito genetico, la fecondazione artificiale in laboratorio (in vitro) soltanto in caso di coppie eterosessuali, la crioconservazione, limitata a due casi: quello di gameti sessuali maschili, ovociti e le cellule sessuali nella fase iniziale del loro sviluppo e quello della conservazione di ovociti fecondati soltanto come misura di emergenza in caso non sia possibile portare avanti l’impiantazione. Più numerose le restrizioni per la ricerca sugli embrioni in laboratorio; è vietato ad esempio prelevare un embrione per un fine diverso dalla conservazione; produrre embrioni non a scopo riproduttivo; intervenire sull’embrione in vitro con azioni non finalizzate alla sua conservazione; indurre, infine, un ulteriore sviluppo extracorporale dell’embrione (ectogenesi). Più drastica ancora la limitazione in caso di PID (diagnosi genetica pre-impianto): la legge la vieta infatti espressamente in ogni caso di cellule totipotenti.
Ulteriore segno della rilevanza data a questo insieme di questioni in Germania è l’istituzione, a fianco della preesistente Commissione Parlamentare per la Bioetica, del Consiglio Etico Nazionale, voluto espressamente dal Cancelliere Schroeder per diffondere le conoscenze e per aiutare la formazione di un’opinione pubblica consapevole. L’organismo, fortemente criticato dai media perché ritenuto emanazione del governo, è composto da 25 esperti di scienze sociali e morali, da medici e scienziati e si avvale anche della presenza di uomini di chiesa, tra cui l’unico cattolico è Gerhard Fuerst, vescovo di Stoccarda. La seduta costitutiva, tenutasi venerdì 1° giugno a Berlino, ha dato occasione al Cancelliere di ribadire la propria posizione, sostanzialmente favorevole alla sperimentazione e ai test PID per operazioni diagnostiche utili per la cura di malattie genetiche.
Di diverso orientamento, sono tra gli altri Angela Merkel, presidente della CDU, Friedrich Merz, presidente del gruppo CDU/CSU, Andrea Fischer, dei Verdi, Christel Riemann-Hanewinckel, della SPD, partito del Cancelliere, contrari al PID, non come mezzo diagnostico ma come possibile apripista per una futura selezione genetica. A loro giudizio l’attenzione è da porre piuttosto su problemi morali quali: l’inizio della vita umana, ciò che è bene e ciò che è male, la speranza – non il diritto – di avere un figlio sano.
Per Peter Struck (SPD), non ci si può invece nascondere dietro altrui posizioni senza rivelare la propria: c’è infatti il pericolo di una doppia morale nel vietare nella propria nazione la ricerca e poi sfruttare i risultati eventualmente conseguiti altrove. Infine i liberali della FDP, come Ulrike Flach, si dichiarano sostanzialmente favorevoli alla ricerca sulle cellule staminali, troppo importante è infatti, a loro giudizio, la possibilità di guarire le malattie genetiche.