La dichiarazione finale del congresso mondiale
per l’abolizione
della pena capitale,
che si è tenuto
a Strasburgo
“E’ sempre più urgente che la dignità inalienabile della vita umana sia universalmente rispettata e riconosciuta per il suo incommensurabile valore… L’abolizione universale della pena di morte sarà una coraggiosa testimonianza della capacità dell’umanità di far fronte alla criminalità senza cadere nella disperazione”. Cosi mons. Paul Gallagher, inviato speciale della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa, ha ribadito, al 1° congresso mondiale per l’abolizione della pena di morte, svoltosi a Strasburgo nei giorni scorsi, il ‘no’ deciso della Santa Sede alla pena capitale. All’incontro, promosso dalla Comunità di S.Egidio e dall’associazione “Insieme contro la pena di morte”, con il supporto del Parlamento europeo e del Consiglio d’Europa, hanno partecipato anche i presidenti di Parlamenti dei cinque continenti, che hanno sottoscritto un appello per una moratoria delle esecuzioni di condannati a morte.
“ La pena di morte costituisce un atto di tortura e un trattamento crudele, inumano e degradante“. Lo scrivono le associazioni abolizioniste nella dichiarazione finale al congresso. Chiedendo una moratoria mondiale delle esecuzioni capitali, le associazioni invitano tutti gli Stati a “ratificare le convenzioni ed i trattati internazionali e regionali a favore della abolizione, ad annullare dalla legislazione la pena di morte, a mettere fine alle esecuzioni di condannati minorati mentali, a quelle di minori e a pubblicare in modo regolare e trasparente comunicazioni sui condannati a morte e sulle loro condizioni di detenzione”. La dichiarazione invita anche il Consiglio d’Europa e l’Unione europea a rivedere “la compatibilità dello ‘status’ di osservatore degli Stati Uniti e del Giappone con la loro applicazione della pena capitale” ed insistere presso “la Turchia, la Russia e l’Armenia perché aboliscano la pena di morte per tutti i crimini”. “La moratoria mondiale delle esecuzioni capitali richiesta nella dichiarazione finale a Strasburgo vuole essere un modo per togliere dall’imbarazzo quegli Stati che ancora credono nella pena di morte come strumento di Giustizia”. Commenta Mario Marazziti, portavoce della Comunità di S.Egidio. “Fermare tutto spiega – è un braccio teso a quei Paesi che oggi avrebbero difficoltà ad abolire la pena capitale perché il clima culturale non è favorevole e l’opinione pubblica non è pronta”. “Abbiamo voluto questa moratoria, da allargare a livello planetario aggiunge – come passo verso l’abolizione totale della pena capitale”. Ma oltre alla moratoria, prosegue il portavoce della Sant’Egidio, “il congresso di Strasburgo rappresenta un primo passo verso la nascita di una rete mondiale tra tutti i gruppi abolizionisti della pena di morte”.
Alla dichiarazione finale delle associazioni abolizioniste ha fatto eco l’appello che diciotto presidenti di Parlamenti hanno sottoscritto a Strasburgo. Un documento solenne nel quale i presidenti, per l’Italia Pieferdinando Casini, hanno lanciato un invito a tutti gli Stati perché “instaurino in tutto il mondo una moratoria delle esecuzioni dei condannati a morte e prendano iniziative volte ad abolire la pena di morte dalla loro legislazione nazionale”.
I Presidenti riconoscono che “l’applicazione della pena capitale è irreparabile e spesso discriminatoria” e ricordano come il Consiglio d’Europa e l’Unione europea “hanno svolto azioni e adottato strumenti giuridici pregnanti; in particolare il protocollo 6 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, volto all’abolizione della pena di morte in tempo di pace, la carta di Nizza del 7 dicembre 2000 che conferma che nessuno può essere condannato a morte e giustiziato”. Viene constatato, inoltre, che “su scala universale si sta formando un consenso politico favorevole all’abolizione della pena di morte”.
Tra i firmatari dell’appello, oltre all’Italia e ai Presidenti dell’Europarlamento, Nicole Fontaine e del Consiglio d’Europa, Russel Johnston, i presidenti delle assemblee di Belgio, Olanda, Grecia, Francia, Austria, Spagna, Ucraina e Portogallo per l’Europa, della Costa d’Avorio per il continente africano, della Cambogia per l’Asia e del Cile per l’America Latina.
D.R.