I temi della vita sono stati
al centro della recente assemblea
dei vescovi austriaci: la sintesi
delle conclusioni
Eutanasia, gravidanze difficili, fecondazioni artificiali. Di fronte alle nuove minacce della vita, in tutte le sue fasi – dall’inizio del concepimento al suo termine – i vescovi austriaci ribadiscono il loro no all’eutanasia (“Nessuno può prendere la decisione di porre fine alla vita”); danno il loro pieno appoggio a chi ha fornito in questi anni “un forte sostegno alle madri in difficoltà nell’accettare una gravidanza”; mettono in guardia il paese sulla diffusione di una “mentalità selettiva” che accompagna il progresso delle ricerce biogenetiche. I temi della vita sono stati al centro dell’assemblea dei vescovi austriaci tenutasi a Matrei am Brenner, in Tirolo, dal 25 al 27 giugno.
Eutanasia. I vescovi hanno sottolineato i motivi di preoccupazione che derivano anzitutto dal riproporsi in diversi Paesi europei del tema dell’eutanasia. “Nessuno può prendere la decisione ricordano i vescovi di porre fine alla vita. Lo Stato inoltre non ha il diritto di concedere permessi per uccidere”. Se la vita diviene “fatica e dolore”, i credenti sono tenuti a servirsi di “tutte le potenzialità della medicina palliativa e delle relative forme di cura”, senza scadere ovviamente nell’accanimento terapeutico, considerando che “accettare l’ora della morte rientra nella saggezza umana”.
Sostegno alle gravidanze “difficili”. Ringraziamento e riconoscenza vengono espressi nei confronti della Caritas e di altri organismi ecclesiali che “hanno fornito in questi anni un forte sostegno alle madri in difficoltà nell’accettare una gravidanza, promuovendo nuovi consultori, fondi e case famiglia”. Questo tipo di sensibilità verso la vita deve essere dimostrata anche alla luce dei progressi compiuti dalla diagnosi prenatale, soprattutto perché spesso si risolve “in un giudizio capitale nei confronti del nascituro”. I vescovi non si nascondono quanto “sia difficile dire di sì ad un bambino malato, o forse pesantemente handicappato” ma fanno osservare quanto sia paradossale che in una “società in cui capitali, impegno e solidarietà vengono impiegati a favore degli handicappati, li si finisca per eliminare nel grembo materno e spesso alla luce di meri sospetti”, con la scusa di “risparmiare loro una vita difficile, ai genitori preoccupazioni ulteriori e alle casse statali il denaro”
Fecondazione artificiale: il rischio di generare una mentalità selettiva. Il richiamo più forte è quello rivolto all’evoluzione delle materie biogenetiche, anzitutto “la fecondazione artificiale, problematica per sua natura”. Riguardo alla diagnosi preimpianto, i vescovi parlano di una sorta di “assicurazione di qualità” che si risolve in “uccisione di embrioni, i cui test genetici mostrano delle ombre” e la “riduzione attraverso la soppressione di feti in caso di gravidanza plurigemellare”. Si diffonde così “una mentalità selettiva che rende sempre più superficiale il rapporto con la vita umana e sempre più acuta la non osservanza del quinto comandamento di Dio”: non uccidere.
2002: l’anno delle vocazioni. I vescovi austriaci ricordano al Paese che il 2002 sarà l’anno delle vocazioni. All’insegna del motto “Vivere una vita significativa, valida e impegnata” i presuli si augurano che per “l’Austria il 2002 rappresenti l’apertura di una nuova via”. Un’occasione “per rivolgersi in maniera più decisa agli uomini del nostro tempo, alle loro personali speranze e alle loro vite”. Anche le comunità di vita consacrata si sono unite ai vescovi “in questo impegno per le vocazioni “programmando, in occasione della giornata mondiale di preghiera del 21 aprile 2002, il progetto “Giornata delle porte aperte”. Sempre nel mese di aprile le organizzazioni giovanili cattoliche stanno pianificando una serie di veglie di preghiera che si dovrebbero tenere in 15 santuari del paese, mentre per ottobre hanno lanciato il progetto “72 ore senza compromessi”, una “serie di iniziative in ambito sociale concludono i vescovi per rendere visibile il loro impegno di cristiani”.
Al centro dell’assemblea episcopale, c’è stato anche l’impegno della Chiesa nei mass media. Il vescovo di Graz Egon Kappellari, nominato responsabile del settore media, ha spiegato che “il rapporto della Chiesa con i media deve essere riproposto su nuove basi. Per adempiere alla propria missione che si fonda sull’annuncio la Chiesa deve essere presente nell’areopago dei media laici ma anche costituirne di propri”. ¤