Gran Bretagna – scarsa attenzione ai rifugiati politici¤

Troppa ostilità, poca disponibilità all’accoglienza, mancanza di fondi e pessima organizzazione. L’ultimo documento dei vescovi cattolici dell’Inghilterrra e del Galles sul tema dei rifugiati politici, pubblicato alla vigilia delle ultime elezioni, è molto critico nei confronti delle misure adottate dal governo Blair.
Il Regno Unito, come il resto d’Europa, ha chiuso le frontiere agli immigrati per ragioni economiche, con l’eccezione di chi ha qualifiche e competenze indispensabili da queste parti. L’unico modo per passare il confine è ottenere lo status di rifugiato politico.
Una categoria in difficoltà, nei confronti della quale la società nutre profondi pregiudizi, come spiega questo ultimo documento cattolico intitolato “Una stanza alla locanda. Riflessioni sui rifugiati politici”, firmato dal vescovo Patrick O’ Donoghue, ausiliare dell’arcivescovo di Westminster e responsabile dell’ufficio rifugiati politici per la Conferenza Episcopale dell’Inghilterra e del Galles.
Secondo “Una stanza alla locanda” – il titolo fa riferimento al peregrinare di Maria, Giuseppe e Gesù bambino, in cerca di una camera dove dormire – la politica nei confronti dei rifugiati politici del Regno Unito sarebbe troppo restrittiva. Una ogni venti domande – e si tratta di persone spesso in pericolo di vita – viene rifiutata. Il sistema di accoglienza è lento, inflessibile e inadeguato.
Il piano di decentramento, ovvero il tentativo avviato da poco dal governo per distribuire i rifugiati nelle diverse contee del paese, per evitare che si concentrino a Londra, si è rivelato un fiasco secondo i vescovi cattolici. E anche gli aiuti economici, i “vouchers” concessi a ciascun rifugiato, non sono sufficienti per mantenere molti al di sopra della soglia di povertà. Molti rifugiati, scrive mons. O’ Donoghue, sono infermiere e dottori ma le loro qualifiche non vengono riconosciute e messe a frutto e anche la recente proposta di introdurre quote per limitare il numero dei rifugiati non convince. Come già in passato il vescovo O’Donoghue non ha risparmiato critiche alla legislazione del governo inglese. Conferenza Episcopale e governo di Tony Blair sono su due lunghezze d’onda diverse.

S.G.