islam – ” “Una banca dati del diritto islamico” “

E’ stata creata presso l’Università
di Roma Tor Vergata la prima banca dati di diritto islamico. Conterrà la legislazione di alcuni Paesi
musulmani, soprattutto in tema di diritto di famiglia.
Un gruppo di esperti fornirà consulenze per i problemi legati ai matrimoni misti


Sarà presentata alla fine di luglio la ricerca sul tema “Matrimoni musulmani, matrimoni misti: problemi di integrazione”, coordinata da Francesco Castro, docente di diritto musulmano e dei Paesi islamici all’Università di Roma “Tor Vergata”. Promossa dalla Commissione per le politiche d’integrazione per gli immigrati, che ha concluso da pochi giorni il suo mandato triennale presso il Dipartimento per le politiche sociali e previdenziali, l’indagine presenta il punto di vista del diritto musulmano nell’ambito familiare, “ad esempio la condizione del minore spesso trovato senza genitori, che in realtà esistono ma fingono di non identificare i figli giunti nel nostro Paese per evitare che siano rimpatriati”, spiega Castro. Fulcro della ricerca sono i matrimoni misti, che in Italia “superano ormai ogni anno quota 4mila“; lo studio parlerà anche della tutela della donna immigrata: ad esempio, della sua condizione giuridica quando viene ripudiata, della potestà maritale e delle mutilazioni femminili.
Per la ricerca il docente si è avvalso – in qualità di direttore scientifico del progetto – dello “Iura Islamica Informatica”, un data-base sulla legislazione musulmana in allestimento presso il Centro interdisciplinare di studi sul mondo islamico all’Università di Tor Vergata, che per la fine del 2001 sarà operativo per magistrati e studiosi del settore. Uno strumento di consultazione a cui lavora già da tempo l’ateneo romano, in collaborazione con l’Istituto per l’Oriente “C.A. Nallino” e le università di Torino, Bologna e Napoli 2. Il data-base ha l’obiettivo di fornire una classificazione a livello informatico della documentazione giuridica relativa ai Paesi islamici in generale, soprattutto a quelli arabi del Mediterraneo; la classificazione giuridica riguarderà anche “le comunità di musulmani presenti in Europa, tenendo conto delle questioni connesse con il processo migratorio dalle aree islamiche”, precisa Castro.
L’archivio elettronico potrà diventare uno “strumento operativo di dialogo tra l’Europa e il mondo islamico”, attraverso la divulgazione di sussidi informatici della documentazione, corredata di dati utili a magistrati, avvocati, studiosi, funzionari di enti pubblici e privati. “L’acquisizione di conoscenze abbassa il tasso di razzismo e consente una migliore integrazione”, rileva Castro: è l’obiettivo della banca dati, che tra l’altro conterrà la legislazione di alcuni Paesi musulmani su affidamento, reato di sottrazione di minore di 14 anni e della giurisprudenza europea di nazioni come Francia, Gran Bretagna e Germania, con un’esperienza di immigrazione integrata e non. Sul problema della poligamia, ad esempio, la Francia ha scelto di tutelare la donna francese; in Tunisia la poligamia è stata proibita, mentre in Marocco si attesta intorno al 2 per cento. I regimi socialisti l’avevano limitata a un’eventuale seconda moglie, soltanto se la prima fosse risultata sterile.
Nel data-base, oltre alla bibliografia che accompagnerà legislazione e giurisprudenza, si troveranno delle schede per ogni Paese, corredate di studi su questioni specifiche; utile anche un glossario della terminologia araba usata per la sharia, la legge islamica. Nei temi si spazierà dal diritto di famiglia e delle successioni ai diritti umani, dal regime internazionale delle migrazioni alle leggi che regolano il commercio e il mondo finanziario, dal diritto del lavoro e della previdenza sociale al sistema fiscale. Tramite Internet si potrà avere accesso ai dati dello “Iura Islamica Informatica” e si potranno chiedere consulenze, seguire corsi di formazione, creare reti di interconnessione scientifico-professionale. E’ previsto anche un forum med-jus: “una rete di magistrati competenti per le controversie in materia di famiglia – spiega Castro – per raccogliere, condividere e discutere on line soluzioni di casi particolari destinate a prevenire situazioni future di conflitto”.
a cura di Laura Badaracchi