In vista del G8 di Genova (20-22 luglio), i cattolici italiani si sono mobilitati con un ‘manifesto’ che è stato presentato nel capoluogo ligure il 7 luglio scorso. Nel documento un vasto gruppo di associazioni laicali e giovanili (tra cui l’Azione Cattolica, le Acli, la Gioc, Pax Christi, Focolarini, Agesci, e le organizzazioni di volontariato d’ispirazione cristiana, federate nella Focsiv) hanno preso posizione contro lo scudo spaziale, i rinvii dei protocolli di Kyoto, i rischi della globalizzazione, ponendosi a favore della lotta alla povertà attraverso la remissione del debito estero e la regolamentazione del commercio internazionale, chiedendo sanzioni contro le speculazioni valutarie internazionali.
Il manifesto è stato consegnato al sindaco della città di Genova e ad un rappresentante del governo italiano, chiedendo che le richieste dei cattolici italiani siano portate all’attenzione degli otto Paesi più industrializzati del mondo. Il “manifesto” ricorda ai Grandi che essi non sono “il governo del mondo”, anche se quanto decideranno a Genova avrà “inevitabili ripercussioni su molti, anche al di fuori dei confini dei paesi partecipanti”. “La dignità della vita umana è offesa nel nostro pianeta da conflitti che coinvolgono popolazioni vulnerabili”. Ai Grandi, le associazioni cattoliche chiedono di combattere il mercato delle armi: (“Nessuna copertura finanziaria pubblica deve essere data a chi le produce e le vende”) e di “eliminare le cause dei conflitti, prima fra tutte la povertà”. “Ci inorridisce proseguono – che il denaro che ancora incassiamo, per quanto ridotto rispetto agli anni scorsi, sia sottratto da interventi per fornire case, cibo, medicine e istruzione”. Da qui la richiesta di “cancellare tutto il debito accumulato sino al 19 giugno 1999”, data che divide il termine del debito cancellabile da quello non cancellabile. L’idea del Manifesto è quella di costruire il futuro globalizzando la solidarietà e le responsabilità.