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Banche alimentari: ” “pane e amicizia” “

E’ in corso a Parigi il congresso
della Federazione delle banche alimentari: 56.000 tonnellate
di viveri distribuiti sul territorio francese solo nel 2000, pari ad 11 milioni di pasti per 800.000 persone, senza spendere nulla

Non sprecare nulla e non comprare nulla : è questo il primo obiettivo della Federazione francese delle banche alimentari che ha in corso in questi giorni a Parigi il suo III congresso nazionale. Creata nel 1984, la federazione è oggi presente in più di 10 Paesi europei tramite una fitta rete economica e sociale la cui validità è dimostrata giorno dopo giorno: 56.000 tonnellate di viveri distribuiti sul territorio francese nel solo anno 2000. Ciò significa 11 milioni di pasti, per un valore di 833 milioni di franchi francesi (oltre 2,8 miliardi di lire) distribuiti a 800.000 persone.
La nostra società dei consumi produce più di quanto consuma. Partendo da questa semplice constatazione, il principio delle banche alimentari è semplice : raccogliere, gestire, condividere le derrate gratuite. Delle 56.000 tonnellate di generi alimentari distribuiti lo scorso anno, il 30% proveniva dalle industrie agroalimentari (prodotti secchi o surgelati), il 25% dal Pead (Programma europeo d’aiuto alimentare ai più bisognosi) rifornito con le scorte d’intervento, l’8% dalla produzione nazionale ritirata dal mercato (ortaggi), il 20% dalle grandi reti di distribuzione ed il resto dalle raccolte nazionali di derrate deperibili presso i privati cittadini.
Da 17 anni la federazione non ha mai comperato nulla. Non ha neppure venduto nulla. “Immagazziniamo ciò che riceviamo, e lo condividiamo tra gli agenti operativi delle associazioni che aderiscono ad una certa etica – precisa Bernard Dandrel, già banchiere, presidente della federazione sin dalla sua nascita – tutto è dono e condivisione e questo dà origine a relazioni di reciprocità. I membri delle associazioni vengono spinti ad accettare di essere aiutati da coloro che aiutano, a convertire i loro beneficiari in protagonisti, poiché anche loro sono una ricchezza”. Spiega Dandrel: “Con delle azioni semplici, come la confezione di pacchi, la raccolta di ortaggi, lo scarico di un camion, il ghetto della solitudine può aprirsi ad una relazione con il vicino e ad un’efficacia che ridà la dignità e l’identità”.
Di fatto, l’ambizione della federazione si estende ben oltre il semplice apporto nutrizionale. Il suo scopo è di “nutrire coloro che hanno fame di pane e di amicizia”, commenta il suo presidente. “Restaurare l’uomo” è il tema di questo III Congresso, frutto della tradizione e della volontà umanistica della federazione. Apolitica e aconfessionale per quanto riguarda il funzionamento ed il personale, la federazione ha avuto origine da 5 movimenti cristiani: Emmaüs, le Secours Catholique (corrispettivo francese dell’Azione Cattolica italiana), l’Esercito della Salvezza, l’entraide protestante (Mutua Assistenza protestante), ed il centro Corot, sollecitati nel 1984, da una religiosa, suor Cécile Bigot della Congregazione del Sacro Cuore. In seguito ad un articolo di suor Cécil sulle nuove povertà, pubblicato su “la Croix”, un canadese di passaggio in Francia, che aveva istituito una “food bank” nel suo Paese sin dal 1981, si mise in contatto con la religiosa e le propose di collaborare. Una società finanziaria, “Unigrain”, accettò di rifornire in pane i centri d’accoglienza serviti dalla banca alimentare, e dopo una settimana, la società di surgelati “Vivagel” propose 2.000 pesci, quasi una metafora della parabola evangelica. Al Congresso della Federazione delle banche alimentari partecipano 4.000 associazioni, rappresentate da 1.200 partecipanti e sostenute da 79 banche alimentari (la 79ª è nata nell’isola della Riunione nel giugno scorso). Sono previste 5 tavole rotonde su come porre fine all’aiuto alimentare spezzando il cerchio dell’assistenzialismo, come lottare contro lo spreco in un’economia del profitto, come spezzare le solitudini ed evitare la commiserazione, come migliorare i partenariati, coinvolgere maggiormente i beneficiari, le associazioni e i volontari. Per l’occasione sarà pubblicato un libro contenente 20 iniziative volte a “restaurare l’uomo”, per aiutare le associazioni ad ampliare e finalizzare i loro sforzi.
Maryvonne Gasse