regno unito
L’arcivescovo cattolico Cormac Murphy-O’Connor, presidente della Conferenza Episcopale di Inghilterra e Galles e leader dei quattro milioni di cattolici inglesi, ha raccomandato che la reazione militare al terrorismo islamico rappresenti una risorsa estrema, alla quale ricorrere dopo aver esaurito tutte le altre soluzioni, politiche, legali e diplomatiche. L’azione militare in Afghanistan dovrebbe coinvolgere infatti migliaia di soldati britannici che, insieme a quelli americani formeranno la parte più importante del contingente occidentale.
In un messaggio, firmato anche dall’arcivescovo di Liverpool Patrick Kelly, vicepresidente della Conferenza Episcopale, i leader dei cattolici inglesi e gallesi chiedono ai politici di evitare una spirale di violenza che trasformi gli attentati negli Usa in una tragedia ancora più grande. Tre principi vengono suggeriti dalla Chiesa per un’azione che produca giustizia senza degenerare in vendetta.
“L’azione militare deve essere proporzionata, affinché riesca a contenere il male senza generare un male ancora più grande”, scrivono i vescovi. “Occorre discriminare tra colpevoli e innocenti per evitare che intere popolazioni vengano punite per le azioni di gruppi piccoli e insignificanti. Ci deve essere infine una reale possibilità di successo per evitare che il conflitto si aggravi inutilmente”. I vescovi inglesi criticano anche il termine “guerra antiterrorismo”, perché esso comporta il rischio di una degenerazione della violenza ed esprimono, nello stesso tempo, compassione per i poveri che vivono nei paesi che verranno attaccati. La Chiesa Cattolica inglese esprime infine preoccupazione per gli immigrati che provengono dalle regioni che saranno attaccate dagli Alleati e che vivono in Gran Bretagna insieme ai cittadini inglesi. “Incoraggiamo gli abitanti dei nostri paesi a crescere in rispetto e solidarietà insieme con questo gruppo vulnerabile”, hanno scritto i vescovi.