i profughi
I ministri degli esteri dell’Unione, riuniti a Lussemburgo lo scorso 8 ottobre, hanno fissato le due linee di intervento dell’Unione europea rispetto all’Afghanistan e agli altri Paesi islamici coinvolti nella crisi: un intervento umanitario per i profughi e gli sfollati; un rilancio della cooperazione e del dialogo politico con il mondo musulmano.
La Commissione europea ha garantito che l’aiuto umanitario fornito dall’Ue all’Afganistan crescerà man mano che i bisogni derivanti dal flusso di profughi e dall’aumento degli sfollati nel paese crescerà. Il presidente della Commissione, Romano Prodi, in un comunicato ha garantito: “Parallelamente all’azione militare mirata per lottare contro il terrorismo è essenziale aumentare l’aiuto umanitario al popolo afghano che soffre da molto. La Commissione europea farà tutto il possibile”. L’importo dell’aiuto (Stati membri e Commissione) per la popolazione afgana è di 314 milioni di euro (circa 608 miliardi di lire) di cui 212 a carico degli Stati membri e 102 gestiti direttamente dalla Commissione tramite Echo (Ufficio umanitario dell’Ue).
I fondi gestiti dalla Commissione verranno così ripartiti: 23,3 milioni attribuiti prima dell’11 settembre per programmi umanitari nel 2001; 4 milioni dopo l’11 settembre come aiuto d’urgenza iniziale per fronteggiare il flusso di profughi previsto in zona; 25 milioni per cui la Commissione chiede all’autorità di bilancio (PE/Consiglio) l’accelerazione delle procedure per autorizzare il prelievo sulla riserva di bilancio dell’Ue. A questo si aggiungono 22,5 milioni di aiuti ai profughi e 27 milioni di aiuti alimentari. Tra gli Stati membri i maggiori contribuenti sono: Regno Unito (57,7 milioni), Paesi Bassi (31,8), Francia (27,5), Germania (26,1) e Svezia (20,5).