Gli ultimi
provvedimenti del Parlamento europeo
per un’Unione
più “accogliente”
Il Parlamento europeo (PE), riunito a Strasburgo in seduta plenaria dal 1° al 4 ottobre, ha approvato due provvedimenti in materia di asilo e immigrazione, rispettivamente la Relazione del socialista britannico Evans sulla Comunicazione della Commissione al Consiglio ed al PE “ Verso una procedura comune in materia di asilo e uno status uniforme e valido in tutta l’Unione per le persone alle quali è stato riconosciuto il diritto di asilo” (298 sí, 235 no, 27 astensioni), e la Relazione del popolare austriaco Pirker sulla Comunicazione della Commissione al Consiglio ed al PE “ Politica comunitaria in materia di immigrazione” (378 sí, 134 no, 37 astensioni). Le Relazioni sono accompagnate da due Risoluzioni.
La Relazione Evans pone l’accento sulla necessità di adottare una politica comune in materia di asilo, abbandonando il concetto di “Europa fortezza” e favorendo l’adozione di standard più elevati di protezione dei rifugiati e richiedenti asilo rispetto alle attuali garanzie minime. La Risoluzione sulla procedura comune in materia di asilo considera quest’ultima “ un elemento fondamentale di uno spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia, il quale deve basarsi sul rispetto dei diritti fondamentali degli individui quali enunciati nella Carta europea dei diritti fondamentali“.
Confermando l’obiettivo posto dal Consiglio di Tampere del 1999 di giungere all’adozione di uno status uniforme in tutta l’UE, il PE si è espresso a favore della procedura unica per l’esame delle domande di asilo e per “ combattere alla radice le cause delle migrazioni“. La Relazione Pirker, distinguendo fra immigrazione economica, rifugiati che chiedono asilo e rifugiati per causa di guerre, chiede tra l’altro una disciplina quadro comunitaria sulle condizioni di ingresso e soggiorno dei lavoratori migranti e l’introduzione di un permesso combinato di lavoro e di soggiorno dei migranti, liberi di circolare all’interno dell’Unione ma titolari di un permesso di lavoro e di soggiorno in un solo Stato membro.
La Risoluzione sulla politica in materia di immigrazione riafferma gli obiettivi del Consiglio di Tampere e considera auspicabile “ che gli Stati membri conducano una politica di immigrazione che rientri in un quadro comunitario di norme e procedure basate su obiettivi numerici indicativi e che tengano conto delle disparità esistenti tra gli Stati membri, segnatamente per quanto riguarda i loro legami con i Paesi d’origine, la loro politica d’integrazione e le esigenze del loro mercato del lavoro“.