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No all’intervento militare in Afghanistan di cui “non si sanno ancora gli obiettivi e soprattutto le conseguenze”. Sì alla lotta internazionale contro il terrorismo che richiede però strumenti di indagine e reti di intervento “estremamente complessi”. Ma soprattutto, dare il via definitivo alla “creazione del Tribunale penale internazionale, che si fa ancora attendere”. A chiederlo è Jean-Arnold de Clermont, presidente della Federazione delle Chiese protestanti di Francia, riassumendo in una dichiarazione le conclusioni emerse dalla riunione di Consiglio che si è svolto nei giorni scorsi. “Vogliamo dire spiega Clermont quanto l’impiego delle forze armate, benché legittimo, ci inquieta”. “Invocando la lotta contro il terrorismo, ci sembra utile anche sottolineare che bisogna evitare di cedere alla tentazione di focalizzare la nostra attenzione su un solo responsabile, un solo Paese”.
Circa il coinvolgimento della religione in una tale tragedia, la Federazione ribadisce che “non è possibile uccidere e farsi uccidere in nome di Dio”. Occorre resistere ad ogni forma di “denigrazione dell’Islam”; evitare che le correnti e le derive più integraliste prendano il posto dell’Islam moderato; evitare l’impiego di termini come “guerra santa” o “crociata”; non assimilare il significato di religione con potere e ripensare “la laicità come luogo dove il religioso partecipa alla costruzione di una società” migliore. Per questo, la Federazione invita le comunità locali “a moltiplicare le occasioni di incontro e dialogo con coloro che sono profondamente colpiti dall’uso ambiguo che si può fare della religione, con gli ebrei, i musulmani e i credenti di altre religioni”.