“La globalizzazione è un’opportunità se si riescono a canalizzare gli sforzi per un ordine mondiale migliore, la protezione dell’ambiente e l’aiuto ai poveri ed agli emarginati”, ha affermato Michel Camdessus, già direttore del Fondo monetario internazionale, presentando nei giorni scorsi a Bruxelles il Rapporto della COMECE (Commissione delle Conferenze episcopali della Comunità europea) “Governance globale: la nostra responsabilità per fare della globalizzazione un’opportunità per tutti” (cfr. SirEuropa, n. 4/2001, pg.2). L’ex-direttore del Fondo Monetario Internazionale ha sottolineato che “la solidarietà, valore comune che oltrepassa le barriere culturali e religiose, è lo strumento necessario per combattere la povertà, ultimo grande rischio sistemico del nostro pianeta”. In relazione alla necessità espressa nel documento di istituire un coordinamento politico ad alto livello delle istituzioni internazionali capace di assumere decisioni, denominato “3G”, Camdessus ha spiegato come “nessuna organizzazione internazionale sia oggi realmente e pienamente competente. Non ci sono risposte, ad esempio, per il commercio, l’ambiente, o ancora la gestione delle risorse idriche. Il G7/G8 fa bene dove può ma non è legittimato a decidere per tutti e su tutto. L’idea, proposta dal gruppo di lavoro della Comece, di istituire il 3G, rispecchia proprio il bisogno di avere a disposizione orientamenti e strategie a livello globale”. Michel Hansenne, membro del gruppo ad hoc per la redazione del Rapporto, parlamentare europeo e già direttore della Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), ha affermato che tale proposta non deve essere modificata a seguito degli attentati in America: “Al contrario ha rilevato Hansenne il 3G è ancora più attuale in quanto organismo politico che indica le linee guida sia alla comunità internazionale sia alle organizzazioni internazionali”. Il Segretario Generale della COMECE, mons. Noël Treanor ha spiegato che il Rapporto mira ad aprire la discussione all’interno delle Chiese ed ha auspicato che “i nostri Vescovi si facciano portavoce del contenuto del Rapporto presso i Governi”. ¤