Indignazione, ” “ma anche imbarazzo dei musulmani francesi, che temono le reazioni dell’opinione pubblica” “” “” “
Le comunità islamiche in Francia seguono con grande apprensione gli avvenimenti di queste ultime settimane. Abbiamo interpellato al riguardo Fouad Imarraine , direttore di un Centro di culto e di cultura islamica a Saint-Denis, nella parte settentrionale della periferia parigina.
Come state vivendo i fatti tragici che si susseguno in queste settimane?
“C’è stata una diffusa reazione d’indignazione verso l’atto terroristico dell’11 settembre. A causa di esso e di quanto è avvenuto successivamente, molti musulmani temono di diventare ancora una volta vitime della reazione dell’opinione pubblica. Ma sono indignati anche verso i bombardamenti americani. La soluzione politica non è ancora in vista. Quindi i musulmani si sentono a disagio, sono nell’imbarazzo; temono che si ripeta in Afghanistan quello che è successo in Iraq: a dispetto dei bombardamenti, il potere rimane saldo nelle stesse mani e sono i civili a soffrire. Parallelamente, in tutto questo tempo, la questione palestinese non ha trovato una soluzione. E attualmente, c’è persino una recrudescenza della violenza”.
Dal vostro punto di vista è giusto parlare di “guerra santa”?
“Noi stessi ci poniamo un interrogativo: un attacco simile a quello perpetrato l’11 settembre, può essere accettato in nome del Corano? È consentito o no? Al riguardo è nato un dibattito in seno alla comunità musulmana, che ha portato ad una condanna quasi unanime. Solo una piccola porzione di noi vede il mondo diviso in due: la metà islamica e l’altra metà che rifiuta il messaggio dell’Islam. Si tratta di una visione di guerra. Costoro pensano che bisognava reagire: non condividono l’attentato, poiché nulla giustifica l’uccisione di civili innocenti, ma ritengono che un atto simile può almeno porre delle questioni sull’attuale situazione di molte realtà del mondo islamico”.
Come si può spiegare l’esistenza di cellule terroristiche nel mondo islamico?
“Il mondo musulmano è ancora così diviso perché non ha portato a termine le sue riforme. E non è riuscito a portare a termine queste riforme perché esistono dei regimi politici che lo impediscono. Simili cellule terroristiche fanno la loro comparsa in società che sono governate da regimi in cui la libertà d’espressione non esiste. Questi paesi sono, in genere, troppo sottomessi agli orientamenti dei paesi industrializzati e privilegiano gli interessi economici dettati dal mercato mondiale, anziché la democratizzazione della società. Ne sono un esempio la Tunisia, l’Arabia Saudita, l’Afghanistan”.
M.G.
Scheda
Questi i dati della presenza islamica in Francia:
– di origine magrebina: 2.900.000
– di origine algerina: 1.550.000
– di origine marocchina: 1.000.000
– di origine tunisina: 350 000
Arabi del Medio Oriente: 100.000
Turchi: 315.000
Africa Nera: 250.000
Convertiti: 40.000
Richiedenti asilo e clandestini: 350.000
Asiatici: 100.000
Altri: 100.000
Totale: 4.155.000
Statistiche fornite dall’Alto Consiglio per l’Integrazione (relazione del Primo Ministro); cfr. La Documentation Catholique, Parigi, 2001.
Dal punto di vista dei luoghi di culto islamico, la Francia attualmente conta 8 moschee, che possono ospitare oltre mille fedeli ciascuna, nelle città di Roubaix-Tourcoing, Lille, Mantes-la-Jolie, Parigi, Reims, Lione e Marsiglia. Ci sono poi circa 120 sale permanenti per la preghiera che possono ospitare dai 200 ai mille fedeli e oltre mille altri piccoli luoghi adibiti alla preghiera. Sono in corso diversi altri progetti di costruzione di moschee.
(dati aggiornati al 1998, da “Musulmans de France” di Gilles Couvreur)