Insieme contro il terrorismo” “

"Chi uccide ” “un essere umano è come se avesse ucciso tutta l’umanità", ” “è scritto nel Corano” “” “

Il timore è che gli attentati alle Torre Gemelle possano scatenare in Europa “una seconda guerra” fatta non di bombe né a colpi di antrace ma di diffidenza generalizzata e sequestri indiscriminati. E lo scopo del terrorismo è proprio questo: scatenare nel mondo scontri di civiltà. Per questo è importante l’incontro tra uomini di fedi religiose diverse e l’elaborazione di culture più aperte al dialogo con l’alterità. E’ questo il parere che abbiamo raccolto parlando con alcuni rappresentanti delle comunità cristiane, ebree e islamiche, riuniti nei giorni scorsi a Roma per iniziativa dell’associazione “Agire politicamente”.
A lanciare per primo l’allarme è Mohamed Nour Dachan, presidente di origine siriana dell’Unione delle comunità ed organizzazioni islamiche in Italia (Ucoii). “I terroristi – afferma – vogliono lo scontro tra le civiltà. Per questo, le religioni, incontrandosi nel nome del Dio di tutti, possono sconfiggere alla radice le intenzioni dei terroristi”. Ma come si può arrivare a tanto? “Bisogna chiederlo agli psicologi – risponde il rappresentante musulmano -. Solo loro possono farci capire come una mente umana può arrivare ad uccidere 8 mila persone a Srebrenica, o a buttar giù le Torri di New York. Solo menti malate possono arrivare a tanto”. Nour Dachan ricorda che a poche ore dall’attentato negli Stati Uniti, l’Ucoii ha diffuso in Italia un comunicato per ricordare che nel Corano c’è una frase che è alla base della giustizia nel mondo: “ chi uccide un essere umano è come se avesse ucciso tutta l’umanità“. “Eravamo sicuri – ha aggiunto – che qualcuno poteva approfittare del dolore che ha colpito la popolazione degli Stati Uniti, per fare una sua guerra personale altrove. E così è successo”.
Negli ambienti in cui è di casa il dialogo interreligioso, una cosa è certa: chi ha progettato gli attacchi terroristici agli Stati Uniti appartiene a “gruppi atipici”. Ne è convinto anche Thomas Michel, segretario per il dialogo interreligioso della Compagnia di Gesù. “La stragrande maggioranza dei musulmani – dice – non si riconosce in questi gruppi e condanna il terrorismo”. Nel Corano, aggiunge padre Michel, “è vietato uccidere persone innocenti, e innocenti erano i lavoratori che si trovavano sulle Torri Gemelle. Chi ha compiuto gesti simili, non sono musulmani autentici. Sono piuttosto dei terroristi che hanno distorto la fede islamica”. Si tratta ora di “cercare insieme delle alternative perché non ci siano più violenze nel futuro”.
Per combattere il terrorismo, bene hanno fatto gli americani a lavorare a livello diplomatico per formare una coalizione più vasta possibile. Ma la diplomazia non basta. Occorre – è il parere di Giorgio Gomel, fondatore del gruppo “ Martin Buber – Ebrei per la pace” – anche un impegno ben più “faticoso che richiama la responsabilità di tutti”. Gli ebrei non si tirano indietro. “Abbiamo il vantaggio – spiega Gomel – di vivere in diaspora. Rispetto ad altri popoli, gli ebrei hanno quindi maturato una maggiore capacità a vivere in mezzo ad altre culture. In fondo la cultura ebraica è un insieme complesso di religione, popolo, civiltà, etnia che si è sedimentato nei secoli e si è sviluppato nella interazione con altri popoli”. In un mondo in cui le immigrazioni e le diaspore si moltiplicano, gli ebrei hanno qualcosa da dire perché “hanno saputo preservare la propria identità culturale e religiosa pur vivendo in mezzo agli altri popoli e interagendo con loro molto strettamente”.
Anche Amos Luzzatto, presidente delle comunità ebraiche in Italia, mette in guardia sul rischio delle “generalizzazioni”. “La diffusione di un certo modo assoluto di classificare l’altro – aggiunge – favorisce l’impossibilità di colloquiare”, e “getta le premesse perché nessun compromesso o spazio di dialogo siano possibili”. Dello stesso parere è il biblista italiano, Battista Pansa secondo il quale il “dubbio” e l’umiltà sono ottimi antidoti “a tutti coloro che in qualsiasi parte e in nome di quasivoglia verità rivelata, intendono piegare il mistero incommensurabile di Dio e dell’uomo alle ragioni del potere economico o politico, alimentando con i loro dogmatismi, i fanatismi che generano i mostri, gli odi e le guerre”.
Maria Chiara Biagioni