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Non era una festa pagana” “

” “"Halloween" ” “e "Guy Fawkes" ” “sono le due feste ” “tipicamente ” “anglosassoni ” “del principio ” “di novembre. ” “Il giudizio delle Chiese ” “” “” “


Due ricorrenze animano la Gran Bretagna in questi primi giorni di novembre: “Halloween” e “Guy Fawkes”. Tipicamente americana la prima, tradizionalmente più britannica la seconda, entrambe fanno ormai parte del folclore. Accomunate dalla vicinanza di data, 1° novembre “Halloween” e 5 novembre “Guy Fawkes”, le due feste sono molto diverse per origine e cultura. Abbiamo cercato di riscoprirne le radici.

Una festa pagana? Una festa tormentata quella di Halloween in Gran Bretagna, il paese europeo più vicino culturalmente agli Stati Uniti d’America. Importata dopo la seconda guerra mondiale, oggi questa ricorrenza è diventata un appuntamento fisso per i bambini che, vestiti da mostri, girano casa per casa per raccogliere dolci e qualche soldo, recitando il famoso “Trick or treat?” (“Dolcetto o scherzetto?”). Il dubbio più diffuso tra genitori ed educatori riguarda le origini pagane della festa. La “British Pagan Federation”, l’associazione britannica che rappresenta le religioni pagane, sostiene che la festa di Halloween va fatta risalire alla celebrazione celtica di Samhain, ovvero “Sow in”, in italiano “coltivare”, che segnava la fine dell’estate e l’inizio dell’inverno. Un’origine che genera un certo disagio fra gli evangelici della “Chiesa di Inghilterra”, gli anglicani più tradizionalisti. “La Chiesa Cattolica non si è mai pronunciata sulla celebrazione di ‘Halloween'”, spiega Tom Horwood del “Catholic Media Office”, l’ufficio stampa della Chiesa cattolica. “Il tentativo della Federazione Pagana di appropriarsi di questa festa ci lascia dubbiosi. Esiste un’origine religiosa di ‘Halloween’ che in Irlanda, nei secoli passati, era una festa cristiana, come testimonia il nome ‘Halloween’, versione moderna di ‘All Hallows Day’, giornata di tutti i Santi”.

Una festa utile? Qualsiasi siano i pregi e i limiti della “festa dei mostri”, secondo i commentatori dei più importanti giornali britannici “questa festa aiuta i bambini a fare i conti con il mondo sconosciuto e spaventoso dei sogni”. Secondo un programma della Bbc su “Halloween”, questa festa svolge il ruolo di “una terapia del gioco, che aiuta a dare equilibrio a una personalità in via di sviluppo. Per gli adulti si tratta di una occasione nella quale le convenzioni sociali si rilassano un po’. Anche i più grandi possono mascherarsi e ritornare bambini”. Una festa utile?

“Guy Fawkes”, una festa britannica. Britannica a tutti gli effetti è la festa di “Guy Fawkes”, dal nome del cospiratore cattolico che, il quattro novembre del 1605, tento’ di far saltare il parlamento di Westminster e di uccidere il re cattolico Giacomo I succeduto sul trono alla protestantissima regina Elisabetta I, figlia di Enrico VIII, il sovrano che nel 1532 staccò il Regno Unito da Roma e fondo’ la “Chiesa di Inghilterra”. Il fallito attentato, il ristabilimento dell’ordine e la trasformazione del Regno Unito in un paese protestante vengono ricordati da allora con fuochi di artificio e incendi di pupazzi rappresentanti il cospiratore Guy Fawkes in tutto il paese. Nei secoli la forte connotazione anticattolica della festa si è andata indebolendo. Oggi la festa di Guy Fawkes per i protestanti simbolizza il fallimento di una congiura cattolica, per gli anarchici un modo di protestare contro il governo e per la stragrande maggioranza degli inglesi un’occasione per festeggiare preparandosi ai rigori dell’inverno. Pupazzi con la faccia di Margaret Thatcher, Jacques Chirac, Saddam Hussein e Tony Blair sono stati bruciati in passato. Nella cittadina di Lewes, East Sussex, ogni anno i membri della “Cliffe Bonfire Society” bruciano una effigie di papa Pio V, che scomunico’ la regina Elisabetta I nel 1570. Il fatto suscitò le reazioni del card. Cormac Murphy-O’Connor, arcivescovo di Westminster e Primate cattolico di Inghilterra e Galles. Per tutta risposta i membri della “Cliffe Bonfire Society” decisero di dedicare un pupazzo anche a lui e di bruciarlo. La speranza, commenta l’attuale Vescovo della diocesi di Brighton e Arundel, Kieran Conry è che “quest’anno, considerati anche i tragici eventi dell’undici settembre, tutti dimostrino più sensibilità a favore della tolleranza religiosa”.
Silvia Guzzetti – Londra¤
pag. – 1 novembre 2001¤