Quasi il 10% dei lavoratori in Svizzera ha un rapporto di lavoro precario. Si tratta, in particolare, di donne e personale non qualificato. Lo afferma un rapporto della Caritas svizzera, presentato nei giorni scorsi a Berna. Su circa 4 milioni e duecentomila lavoratori in Svizzera, oltre 430 mila si trovano in una situazione di precariato. “Non rigettiamo in blocco la flessibilità nei rapporti di lavoro ha affermato Jurg Krummenacher, direttore della Caritas svizzera perché certamente essa comporta dei vantaggi per i lavoratori. Ad esempio per alcune donne la flessibilità significa poter avere un lavoro continuando ad occuparsi della famiglia”. Ma, ha proseguito il direttore della Caritas, in realtà della flessibilità si avvantaggiano solo “i lavoratori che posseggono alte qualificazioni professionali”. Per gli altri un rapporto di lavoro flessibile equivale alla “insicurezza e alla precarietà”. Per queste ragioni la Caritas svizzera propone che “tutte le forme di rapporto di lavoro siano regolate dai contratti o dalle convenzioni collettive” e chiede allo Stato di impegnarsi maggiormente nella “formazione permanente” e nella qualificazione dei lavoratori.