editoriale" "
"L’Euro è un’invenzione economica ma ” “soprattutto un atto ” “politico. Nasce dall’Europa che non ” “esiste politicamente, che non è uno Stato. L’Euro farà nascere l’Europa?"” “
Il processo di unificazione europea aperto il 9 maggio 1950 dalla proposta del ministro francese degli Esteri, Robert Schuman, con l’appoggio del Cancelliere tedesco, Konrad Adenauer e del Presidente del Consiglio italiano Alcide De Gasperi, di creare una Comunità europea del Carbone e del Acciaio, prodotti base di ogni sforzo di guerra, è un evento unico nella storia dell’umanità. Per la prima volta, alcuni Stati europei, in primo luogo la Francia e la Germania, spezzati economicamente, politicamente, spiritualmente e moralmente, decidevano di rompere con il destino tragico della storia, di dire “no”, di rifiutare un passato crudele, di respingere i destini opposti, per costruire un destino comune, per cominciare a camminare su una strada nuovissima, quella della riconciliazione e dell’amicizia. Tale strada non è stata più abbandonata, e ha portato alla pace, una pace che dura da più di cinquant’anni, e alla prosperità.
La costruzione europea con tanti fallimenti e tanti successi, è stata portata avanti, l’Unione si è allargata geograficamente, si è approfondita economicamente, ma si è quasi sempre fermata alla soglia della politica, nonostante l’elezione del Parlamento europeo a suffragio universale dal 1979 in poi. Si prepara oggi a passare un nuovo capitolo, apparentemente economico, ma in realtà con delle conseguenze politiche e sociali imprevedibili. Creato nel 1999, dopo un funzionamento limitato agli scambi, l’Euro sarà fra poco l’unica moneta usata quotidianamente da una grande parte degli Europei, la sola moneta presente nelle tasche di ogni cittadino europeo.
Queste conseguenze sono tanto più imprevedibili poiché si tratta di un evento inedito, unico, straordinario nel senso proprio della parola. Antichi popoli, antichi Stati, con alle spalle una storia antica, e sui loro corpi tante cicatrici, e nella memoria una storia gloriosa e pesante, fra alcune settimane, abbandoneranno le proprie monete, simboli della loro sovranità cioè della loro identità, della mitologia nazionale. Questo abbandono si farà a vantaggio di una strana moneta, una moneta unica nel doppio senso di una messa in comune e di un vero evento fuori del comune, una moneta senza passato, senza storia e soprattutto senza Stato, quando in tutta la storia monetaria si osserva che la moneta è sempre creata dallo Stato, precisamente per identificarsi. Questa scelta è stata fatta pacificamente, sulla base della volontà popolare.
Non si tratta di una sistemazione tecnica, come il processo di integrazione europea ne ha conosciuto tanti da cinquant’anni. Difatti la moneta non è soltanto uno strumento comodo, utile al commercio, ma è un simbolo politico, e una moneta unica è il segno di una cittadinanza comune. Il cambiamento di moneta significa l’inizio di un’avventura che non assomiglia a nulla di storicamente conosciuto.
Precisamente perché la moneta ha una carica simbolica enorme, è una leva politica di grande importanza, farà certamente muovere le coscienze degli europei, ma in un senso che nessuno oggi può prevedere. I comportamenti quotidiani degli individui sul piano delle abitudini economiche, del consumo, delle rivendicazioni sociali, delle reazioni politiche all’interno di ogni paese, saranno cambiati, senza che si possa in nessun modo anticipare le reazioni, anche perché le difficoltà concrete nel quotidiano della vita, non saranno poche. Ma a lungo termine la moneta unica farà nascere una coscienza nuova e provocherà reazioni inattese. L’Euro è un’invenzione economica, ma anche, e forse soprattutto, un atto politico. Nasce dall’Europa che non esiste politicamente, che non è uno Stato. Quale sovranità può rappresentare? L’Euro farà nascere l’Europa? Qui è la domanda fondamentale senza risposta per il momento. Qui risiede il futuro sconosciuto di una nuova tappa del destino dell’Europa, questo vecchio continente capace di inventare attraverso una nuova moneta, un segno nuovo di unione.