Alla luce dei tragici fatti che sono accaduti in seguito all’11 settembre nel mondo, occorre avviare una più profonda cooperazione tra le Chiese europee e le Chiese degli Stati Uniti. A chiederla è stato il segretario generale della Kek (Conferenza della Chiese europee), Keith Clements incontrando il 14 novembre a Oakland, in California, il Consiglio nazionale delle Chiese di Cristo. “Sia in Europa che negli Stati Uniti ha detto Clements siamo venuti a conoscenza, come mai prima, di un profondo senso di vulnerabilità che altri popoli nel mondo già da tempo conoscevano. Forse Dio ci sta dicendo che una vulnerabilità condivisa può essere più importante di una sicurezza privilegiata. Dobbiamo ora chiederci su quale piano si gioca la comune responsabilità degli uomini di fede”. A questo proposito, Clements ha ricordato l’impegno che i cristiani europei hanno sottoscritto nella Carta ecumenica firmata lo scorso aprile a Strasburgo. In quell’occasione, le Chiese europee si impegnavano a lavorare per la pace, cercando in particolare di portare i conflitti sulla via della non violenza e della negoziazione. Questo impegno però ha aggiunto Clements richiede oggi “un’azione congiunta con le Chiese degli Stati Uniti per un comune appello ai governi europei e Usa” che coinvolga anche Nato e istituzioni europee.