Alibi terapeutici” “

” “Il Regno Unito potrebbe essere il primo paese europeo dove verrà replicata la clonazione di embrioni umani. E in Francia ” “si registrano i medesimi timori” “” “” “

I laboratori del Regno Unito potrebbe essere i primi, dopo quelli statunitensi, a realizzare la clonazione di embrioni umani. Tali esperimenti potrebbero avvenire non in un laboratorio privato, come negli Stati Uniti, ma in un ospedale pubblico, a spese dello Stato. E non solo a scopo terapeutico ma anche riproduttivo, come aveva annunciato settimane fa Severino Antinori. Dopo questi annunci, il parlamento britannico si è affrettato ad approvare una legge sulla “Clonazione umana riproduttiva” che punisce con dieci anni di prigione chiunque tenti di impiantare embrioni clonati nel grembo di una donna. Ma rimane legale, come sostenuto da tempo dal governo e dal parlamento, la clonazione a scopo terapeutico.

Secondo John Smeaton, direttore della “Società per la protezione dei bambini non nati”, una delle organizzazioni più importanti del movimento per la vita in Gran Bretagna, questo è il Paese “con l’atteggiamento più liberale in materia di clonazione umana”. Infatti, spiega Smeaton a Sir Europa, “riteniamo che la legge appena approvata sia del tutto insoddisfacente. Anche se un embrione non può essere per ora impiantato nel grembo di una donna inglese, esso può essere clonato in Gran Bretagna e poi inviato all’estero per essere impiantato. La legge non impedisce questa eventualitò né proibisce che gli embrioni clonati vengano impiantati in uomini, anziché donne, animali o grembi artificiali. Alcuni esperimenti sono già stati condotti a questo proposito. Infine non vi sono disposizioni nella legge inglese che richiedano il consenso del donatore della cellula che viene usata per la clonazione. Si tratta dunque di una legge affrettata e insoddisfacente”. Il direttore della “Società per la protezione dei bambini non nati” è convinto che “la clonazione a scopo riproduttivo seguirà quella a scopo terapeutico perché si tratta dello stesso principio”. Non a caso, secondo un’inchiesta condotta dal quotidiano “The Independent” durante l’estate, la maggior parte degli scienziati britannici ha definito la clonazione riproduttiva come inevitabile, benché la legislazione britannica per ora la impedisca. Più della metà degli scienziati intervistati – una trentina – ha dichiarato infatti che la clonazione riproduttiva verrà tentata entro vent’anni e la legge verrà modificata di conseguenza benché l’ipotesi risulti per ora inaccettabile alla maggioranza dell’opinione pubblica.

Analoghi timori si registrano in Francia. Per Jean-Marie Le Méné, presidente della Fondazione Jérome Lejeune (intitolata allo scopritore dell’origine cromosomica del mongolismo) la distinzione tra clonazione “buona” e “cattiva” (a fini terapeutici e a fini riproduttivi) “è una menzogna su scala mondiale”. “Ho la certezza scientifica – ha dichiarato Le Mèné a Sir Europa – che nasceranno bambini per clonazione prima che siano messi a punto i farmaci prodotti grazie alla clonazione di embrioni”. Si stima infatti che occorreranno una decina d’anni per riuscire a produrre questi farmaci. “La clonazione arriverà in Europa. Si inserisce nella logica di una sperimentazione sugli embrioni sovrannumerari. Con la prossima revisione legislativa prevista in Francia nel 2002, si porrà sicuramente il problema”. Le Mené avverte: “Si svilupperà la cultura dello stesso, della conformità. Si rifiuterà l’alterità. E’ Narciso. E Narciso finisce per cadere nell’acqua”. Anche Jean-François Mattei, medico cattolico e specialista di bioetica, ha dichiarato “estremamente grave” la clonazione umana. Il fatto più inquietante, a suo avviso, è che “fra nove mesi potremo ricevere la partecipazione per la nascita del primo bambino clonato. Quando si supera un divieto si va verso il successivo. E’ nella logica della scienza il fatto di non fermarsi mai, soprattutto quando essa si nasconde dietro alibi terapeutici”.