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Legittima difesa” “” “

La guerra al terrorismo può essere considerata "legittima difesa", ” “affermano i movimenti cattolici francesi” “” “” “

Dall’11 settembre la comunità internazionale è piombata nella minaccia terroristica. In Francia è stato istituito un piano anti-terroristico nell’intero paese, che alimenta un sentimento di paura. Secondo un sondaggio pubblicato dal quotidiano cattolico “la Croix”, due terzi dei francesi approvano gli attacchi. La nozione di “legittima difesa” è anche sostenuta dalle associazioni “Pax Christi-Francia” e “Giustizia e Pace-Francia”.
Fin dagli attentati del World Trade Center il piano “Vigie Pirate” (un piano anti-terroristico elaborato in occasione della guerra del Golfo nel 1991) è divenuto operativo ed è stato rinforzato in tutto il paese. A Parigi non vi è una stazione della metropolitana in cui, per tutto il giorno, non risuoni un richiamo all’attenzione. Sia nella capitale che nel resto del paese tutti i luoghi pubblici sono oggetto di un’estrema vigilanza da parte delle Forze dell’Ordine. Infatti, dal 16 novembre 2001, la Francia è entrata in guerra contro i talebani a fianco dell’America e della Gran Bretagna. Ha inviato in Afghanistan un’unità professionistica composta di circa sessanta soldati francesi, del 21° Reggimento di fanteria di marina. La loro missione umanitaria è costruire un ponte per trasportare derrate e medicinali di prima necessità alle popolazioni civili. Altri militari francesi sarebbero pronti a raggiungerli, circa 140. Secondo il sondaggio realizzato dal quotidiano cattolico “la Croix” il 67% dei francesi approva l’azione militare contro l’Afganistan. L’opinione pubblica sembra, infatti, come scrive il quotidiano francese, segnata “dal ritorno alla vita normale a Kabul” dopo la rotta dei talebani.
Secondo il presidente di Pax Christi-France, mons. Henri Derouet, gli attacchi condotti dagli Stati Uniti rientrano nella legittima difesa: “La dottrina della Chiesa cattolica sulla giusta difesa è chiara. Il ricorso alla violenza diretta contro il terrorismo può essere considerato legittimo se, dopo un’analisi ragionevole la guerra risulta indispensabile per fermare le azioni terroristiche. A condizione di evitare di causare danni sproporzionati alle persone che non vi partecipano”. Pax Christi difende, dunque, la tesi di una guerra giusta. Ma la difesa non basta. Mons. Derouet si affida ad un movimento di opinioni, a “un risveglio dei credenti: bisogna denunciare la lettura fondamentalista delle Scritture che conduce a giustificare le ideologie, in particolare, le mire territoriali del sionismo e una deviazione integralista dell’Islam”. Condanna, altresì, il “neo-liberalismo i cui effetti accrescono in modo inammissibile le disuguaglianze tra i popoli ricchi e quelli poveri”.
Da parte di “Giustizia e pace-Francia” giunge un invito sentito alla prudenza e al discernimento. Il presidente, mons. Lucien Daloz, consiglia di scegliere il terreno sul quale ci poniamo: “Parlare della guerra e non del crimine è spostare il terreno verso un’azione militare, cioè lo scontro tra Stati. Due ingranaggi si mettono quindi in moto: uno politico, per denunciare un regime e organizzare la sua successione, l’altro materiale, legato ai mezzi impiegati e che non possono evitare di colpire una popolazione anche se involontariamente”. Però “non basta guarire i sintomi”: bisogna risalire fino alle cause, lanciare “un vasto piano di solidarietà concreta” e riflettere su “una soluzione giusta e pacifica del conflitto del Medio Oriente”. A questo scopo, mons. Daloz si rivolge risolutamente agli organismi internazionali: “Soltanto questi, nonostante i loro limiti, permettono un’azione concertata a seconda delle norme di un diritto riconosciuto da tutti. È solo nell’ambito dell’ONU e degli accordi internazionali che gli Stati Uniti e i loro alleati potranno, con gli altri popoli, trovare delle soluzioni durature per un vero ordine mondiale”. Opinione condivisa da mons. Derouet per il quale “la lotta contro il terrorismo e i sistemi che lo nutrono dovrebbe essere condotta da una polizia internazionale, sotto l’egida delle Nazioni Unite”.
M.G.