Sia da parte dei vescovi che dei medici tedeschi una ferma ” “condanna degli esperimenti di ” “clonazione umana” “” “” “” “
“Il clone di un embrione è un’offesa grave alla dignità dell’uomo, da condannare in maniera assoluta: si genera per scelta un uomo in embrione, lo si utilizza per prelevare cellule staminali e poi lo si elimina”. Con queste parole la Conferenza episcopale tedesca commenta l’esperimento della produzione di un embrione umano annunciato dalla società americana Advanced Cell Technology.
“La vita si legge nella nota dei vescovi tedeschi – viene utilizzata solo come mezzo per un fine. Questa strumentalizzazione non è tollerabile e non si accorda con l’immagine biblica dell’uomo. Anche il presunto ‘buon’ fine, la perseguita guarigione dell’uomo, non può avvenire a prezzo dell’uccisione di embrioni umani.”
Gravissime le conseguenze cui questo esperimento potrà portare, in quanto ha fatto oltrepassare “il limite verso un uso completamente errato dell’uomo” che potrebbe causare “con il tempo, anche conseguenze per la tutela della vita umana in altri campi, come quello della fine della vita.”
D’altra parte, ricordano i vescovi, “una società si è sempre misurata per la sua condotta riguardo alla vita dell’uomo nelle sue fasi più indifese” e “il diminuire del rispetto nei confronti dell’indisponibilità della vita, della creazione e di Dio, che ha creato l’uomo a sua immagine, condurrà a conseguenze gravi”. Nessuno in seguito potrà dire, “di fronte ai progressivi sviluppi erronei, che questo non si era voluto”. Perciò la Conferenza episcopale ribadisce la “ferma opposizione a ogni destinazione errata della vita umana in ogni sua fase” e ricorda a “tutti i responsabili nel campo della ricerca, della medicina, della politica le loro responsabilità nella tutela della vita.”
Altrettanto decisa la reazione dell’Ordine federale dei medici tedeschi, che ha affidato alle parole del suo presidente, Jorg-Dietrich Hoppe, una ferma condanna degli esperimenti di clonazione umana.
Nella presa di posizione ufficiale, dal titolo “L’incubo è diventato realtà”, si legge: “Gli esperimenti degli scienziati americani sui cloni, resi noti, sono contrari all’etica e dimostrano un disprezzo spaventoso per la vita dell’uomo”. Perciò si auspica un rimedio da parte del legislatore americano “per porre fine alla ricerca sull’uomo da parte di imprese private e per promulgare un divieto di ampia portata alla clonazione”. Il primo embrione umano clonato non è affatto una “pietra miliare”, come hanno voluto far credere i ricercatori americani, ma bensì “un incubo, che ora è purtroppo divenuto realtà”. Proprio in questo momento si dimostra importante conservare inalterata la severa legge tedesca in materia di embrioni e ricerca, in quanto, prosegue Hoppe, “adesso si dimostra il valore che essa riveste” poiché “considera la cellula uovo fecondata e capace di evolversi come vita umana degna di tutela, che non può essere messa a disposizione. Questi concetti fondamentali della legge di tutela dell’embrione vanno salvaguardati.”
Visto quello che è accaduto negli Stati Uniti, a parere di Hoppe diventa chiara l’importanza di un accordo internazionale che proibisca la clonazione di embrioni umani. In molti Paesi non c’è affatto una regolamentazione giuridica che tuteli l’embrione e quello che si auspica è “uno standard minimo, come quello fissato della Convenzione sui diritti dell’uomo del Consiglio d’Europa, che possa impedire esperimenti come quello americano anche nei Paesi con un livello più basso di tutela”.
Patrizia Collesi