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Si diffondono ” “in tutta Europa ” “nuove forme di ” “"accompagnamento ” “spirituale". ” “Alcune esperienze” “” “
Tra le novità di questi ultimi decenni, ci sono le nuove forme di annuncio e “accompagnamento spirituale”, attuato in modo particolare da fedeli laici che aderiscono a associazioni, gruppi, comunità, movimenti. Si tratta di un fenomeno in fase di crescita. Abbiamo raccolto alcuni esempi presenti a livello europeo.
La “evangelizzazione in strada” è una delle “specialità”, anche se non l’unica, della Comunità dell’Emmanuel, nata in Francia (a Parigi) nel 1973 e oggi diffusa nei cinque continenti. Consiste in questo: un gruppo di laici aderenti alla comunità si riunisce in una piazza centrale di una grande città, attorno ad una icona. Si prega, si intonano canti. Nel frattempo, in genere, si raduna una folla di curiosi. Poi, a due a due, gli animatori iniziano a parlare con le persone che si sono fermate. “Mentre uno prega, in silenzio, l’altro ascolta. Si cerca di ‘far vuotare il sacco’ a colui che ha accettato di parlare di questioni di fede, spiega Mauro Versari, uno degli animatori dell’Emmanuel di Roma; capita spesso di sentire una serie di attacchi alla Chiesa, ai preti ma poi in genere il dialogo si fa più disteso. Le persone spesso hanno bisogno di qualcuno che le ascolti, allora escono i problemi, i dubbi, le angosce più profonde”. Questa evangelizzazione di strada si fa in molte città europee. A Parigi l’ Emmanuel ha aperto un bistrot con una cappella collegata, sul retro del locale, a Pigalle, uno dei quartieri più difficili della città. La vicina parrocchia della Trinità è stata affidata ai preti della comunità. “Nel bistrot l’approccio – spiega Versari – è analogo a quello della strada: mentre nella cappella c’è sempre qualcuno che prega. Tutto si svolge mettendo ogni parola e ogni azione nelle mani di Dio perché gli uomini ritrovino la via della pace e della fede”. Analoghe forme di accostamento e annuncio si svolgono in Irlanda (“un paese ferito da anni di guerra civile, che ha bisogno di riconciliazione”), in alcuni paesi dell’Est europeo, in vari stati del vecchio continente. “A Roma – spiega ancora Versari – abbiamo aperto una ‘Scuola di carità e missione’, esperienza iniziata in Slovenia e poi adottate a Fatima, Milano, Parigi. Chi vuole riaccostarsi alla fede aderisce alla scuola che consiste in due sere la settimana di formazione intensiva, più alcuni week-end di ritiro. Lo scopo è evidente: accogliere la carità del Vangelo e iniziare la propria ‘missione'”.
Un’altra realtà diffusa a livello europeo, che attua una particolare forma di “accompagnamento spirituale”, è quella delle Cvx (Comunità di vita cristiana). In Europa sono circa 8 mila le persone che seguono questa proposta comunitaria ispirata alla spiritualità di S. Ignazio di Loyola. “La dimensione dell’accompagnamento spirituale è importante per le Cvx – spiega l’assistente italiano, p. Gianni Notari – in quanto si punta sul ‘magis’, la maggior gloria di Dio in ciascun uomo e la ricerca dello sviluppo umano completo per la singola persona. Questo al fine di essere più uomini e moltiplicatori di carità”. Le persone che si avvicinano ai Cvx vengono accompagnate in un percorso di ricerca della presenza di Dio nella propria vita, per far emergere i doni specifici di cui ciascuno è portatore e poi metterli al servizio degli altri. Ciascuno quindi ha, nel suo cammino iniziale, un “tutor” che – spiega p. Notari – “si prende a cuore la sua storia, attua una pedagogia del discernimento, spinge la persona a guardarsi dentro alla ricerca della presenza del Signore”. Gli aderenti al Cvx spesso operano in ambiti quali la carità, l’accoglienza dei poveri, la politica, la ricerca e lo studio, l’università. “Il rischio nei paesi europei – aggiunge p. Notari – è che l’annuncio venga accolto soprattutto dai ceti più elevati sotto il profilo culturale, mentre in America Latina, ad esempio, le Cvx sono presenti molto a livello popolare”.
Discorso diverso per l’ Ofs (Ordine Francescano Secolare), che rappresenta una delle realtà più consistenti sotto il profilo numerico: nel mondo gli aderenti sono oltre 500 mila, nella sola Italia, patria di S. Francesco, sono 120 mila. “Da noi – spiega la responsabile mondiale, Emanuela Di Nunzio – l’idea di un accompagnamento spirituale da parte dei laici è nata pochi anni fa, in forma sperimentale, in Francia e Stati Uniti. Ogni realtà locale dell’Ofs è previsto che abbia un assistente spirituale, di norma un sacerdote francescano. Poiché questo è sempre più difficile, qua e là si è iniziato a coinvolgere alcuni laici particolarmente sensibili e formati. Nelle costituzioni recentemente approvate dalla Santa Sede ciò è stato recepito, insieme al percorso di formazione per questo ministero che è particolarmente delicato. C’è una selezione e preparazione specifica, sono previsti percorsi formativi molto approfonditi, sotto la responsabilità dei superiori maggiori e degli istituti secolari. Particolarmente in Francia, da cui sono appena rientrata, si è molto parlato, anche da parte dell’episcopato, di questo argomento. Nel prossimo futuro è presumibile uno sviluppo di queste forme di accompagnamento spirituale, per ora limitato a poche decine di persone”.
Luigi Crimella
Scheda – Un fenomeno in crescita
Monaci e monache, animatori di ritiri spirituali, preti e laici, diaconi e responsabili di comunità: in Francia sono tutti d’accordo che mai come in questo periodo si è avuto un tale afflusso di domande di “accompagnamento spirituale”. Secondo il quotidiano “La Croix”, che ha curato un’inchiesta sull’argomento (27-28 ottobre 2001), il fenomeno non solo è in crescita sul piano numerico, ma assume contorni molto precisi sotto il profilo della domanda spirituale. “La gente arriva presentando i problemi della propria vita e della fede all’interno della vita” – ha dichiarato p. Raymond, monaco cistercense a Maine-et-Loire – “tanto che tutti i giorni due padri dell’abbazia vengono destinati in permanenza all’accoglienza”. E analoghe dichiarazioni si raccolgono da suore e animatori di varie case di esercizi spirituali.
“Noi accogliamo di fatto una gran varietà di persone – spiega p. Odilon de Varine, gesuita e guida spirituale a Parigi – Alcuni arrivano con una domanda esplicita e precisa, altri invece sono preda di un disagio interiore, quasi una malattia dell’anima che non riescono a definire”. Tra tutti gli “accompagnatori spirituali” interpellati si registra un’altra notazione comune: “Questo servizio può anche condurre a delle ‘guarigioni’ ma il suo scopo non è primariamente terapeutico. Il nostro compito, semmai, è quello di aiutare qualcuno a riconoscersi davanti a Dio, come un essere oggetto della sua Grazia e ad un tempo peccatore”.
Oltre ai casi notori di ordini e congregazioni religiose che accolgono persone in cerca di guida spirituale, rispondendo al proprio “carisma”, si registra anche qualche novità a livello diocesano. A Rennes, ad esempio, da una decina d’anni viene proposta una formazione per i fedeli che prevede un’esperienza personale di accompagnamento spirituale. Questo allo scopo di formare persone in grado poi di svolgere, a loro volta, questo servizio al di fuori della ristretta cerchia dei religiosi e religiose. Un lavoro da “pionieri”, discreto e modesto, questo della diocesi di Rennes, che si fonda sui metodi della spiritualità ignaziana.