L’Arcivescovo di Canterbury, George Carey, Primate della “Chiesa di Inghilterra”, fondata da Enrico VIII nel sedicesimo secolo, starebbe per annunciare le proprie dimissioni. La notizia è stata data nei giorni scorsi dal “Sunday Telegraph” e dal “Daily Telegraph”, giornali da sempre vicini alla gerarchia della Chiesa anglicana, che hanno definito insolito il ritiro del leader della chiesa di Stato inglese. Secondo queste indiscrezioni di stampa, non confermate dall’arcivescovo, Carey andrebbe in pensione nel novembre 2002, a sessantasette anni, con tre anni di anticipo rispetto alla naturale scadenza, che prevede che i Primati anglicani concludano il loro mandato a settant’anni. Benché la “Chiesa di Inghilterra” faccia capo alla Regina, le responsabilità teologiche e la gestione delle questioni più importanti sono affidate all’Arcivescovo che viene nominato dalla sovrana, su consiglio del Primo Ministro. Non si conoscono le cause di queste dimissioni anticipate: gli undici anni di George Carey a Lambeth Palace – questa la sede ufficiale del Primate anglicano – sono stati molto impegnativi e promettenti nel dialogo ecumenico ma anche sofferti. Di umili origini, estraneo a quella classe dirigente che da sempre nel Regno Unito viene educata a Oxford e Cambridge, l’attuale Arcivescovo di Canterbury è stato spesso preso di mira da alcuni quotidiani nazionali. Nel 1992 Carey si batté a favore dell’ordinazione delle donne. L’arcivescovo di Canterbury ha incontrato il Papa più volte.
