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Scuola cattolica: ci si interroga sul ruolo e sulle funzioni e si ” “elaborano le linee ” “per una riforma” “” “
Dopo diversi mesi di preparazione, si è tenuta nella sede dell’Unesco di Parigi, il 1° dicembre scorso, “l’assemblea dell’insegnamento cattolico”, per – “rinnovare – come ha affermato Gilles du Retail, responsabile per l’informazione, -la missione della scuola cattolica ed elaborare le linee d’azione, chiare e concrete, da mettere in pratica”. Delegazioni di ogni comitato accademico e di ogni organismo nazionale, circa 10.000 persone, membri delle comunità educative, si sono riuniti in questa giornata nazionale dell’insegnamento cattolico. Paul Malartre, Segretario generale per l’insegnamento cattolico, ha dichiarato, nel suo discorso di apertura: “Nel nome della partecipazione al servizio pubblico d’istruzione, alla scuola della Repubblica, l’insegnamento cattolico non può rimanere inerte davanti alla necessità di concepire in modo diverso la struttura scolastica”. Dai tempi della legge del 1959, l’insegnamento cattolico collabora con lo Stato ed è soggetto ad un certo numero di restrizioni, in particolar modo all’apertura a tutti e a un controllo ministeriale sull’insegnamento; questo come contropartita agli aiuti finanziari necessari al suo funzionamento. Le restrizioni legali hanno portato ad una difficoltà nel progetto pastorale ed educativo: come fare un’autentica proposta di fede cristiana agli alunni, pur rispettando le diversità delle loro origini religiose?
Per fare chiarezza, uno statuto dell’insegnamento cattolico era stato promulgato dai vescovi francesi il 14 maggio 1992. Sono serviti 96 articoli per descrivere il rapporto con la struttura civile e per ricordare il suo fondamento sul diritto canonico. “La scuola d’insegnamento cattolico” è diventata “scuola cattolica d’insegnamento”. Non è l’insegnamento ad essere cattolico ma la scuola, ciò che determina l’ambito della sua missione: “La formazione completa della persona umana”, competenza espressa dalla Chiesa, “esperta in umanità”. Nell’ultima assemblea nazionale si è discusso dell’inserimento della scuola cattolica “nel contesto sociale che rafforza e rinnova la nostra responsabilità”, precisa Paul Malartre. “Oggi, in Francia, una famiglia su due iscrive almeno uno dei figli in una scuola cattolica. L’emergere delle questioni educative richiama l’insegnante al suo ruolo, la scuola alle sue missioni e alla sua collaborazione educativa con i genitori”. Durante questi ultimi mesi, almeno 50.000 persone, in tutte le regioni di Francia, hanno riflettuto su documenti di lavoro per offrire proposte in diverse direzioni: diversità degli approcci educativi, percorsi differenziati, ritmi adeguati, interdisciplinarietà, pedagogia della riflessione, accompagnamento sistematico degli studenti, partenariato con strutture esterne, responsabilizzazione dell’alunno nella vita cittadina, associativa, ecclesiale. La giornata nazionale dell’insegnamento cattolico è stata un punto di partenza, hanno spiegato gli organizzatori: sono previsti, per la primavera 2002, incontri sul reclutamento e sulla formazione degli insegnanti e del personale educativo, con un triplice obiettivo: stabilire un bilancio del sistema attuale di formazione, confrontare questo bilancio con gli orientamenti offerti dall’ultima assemblea e, se necessario, correggere l’indirizzo scelto.
Maryvonne Gasse – Parigi
Scheda – Le cifre della scuola cattolica
Metropoli: 1.969.991 alunni
Dom-Tom (provincie d’oltre mare e territori d’oltre mare): 49.245 alunni
137.167 insegnanti di cui 40.906 nell’istruzione elementare, 90.961 nel secondario e 5.300 nell’insegnamento agricolo. 65.000 impiegati amministrativi e di servizio.
Sull’insieme della popolazione scolastica francese, l’insegnamento cattolico accoglie:
13,32% degli alunni dell’istruzione elementare
20,32% degli alunni del secondario
28,93% degli alunni dell’insegnamento agricolo.