Francia: un tempo di preghiera” “

Le chiese francesi il 14 dicembre ” “resteranno ” “aperte anche all’ora di pranzo e ” “organizzeranno momenti di riflessione” “” “” “” “

L’appello del Papa alla preghiera e al digiuno per la pace, il 14 dicembre, ha trovato una larga eco in Francia, sia tra i vescovi che nelle comunità. I mass media hanno ampiamente diffuso il messaggio del Papa, i vescovi hanno comunicato l’invito a partecipare al digiuno attraverso gli editoriali dei settimanali diocesani, attraverso Internet o per posta. E hanno provveduto affinché vengano aperte in quel giorno le chiese solitamente chiuse all’ora di pranzo. L’intero Paese si può dire che sia stato sensibilizzato e mobilitato.

“Il Papa ha chiesto – e non solo proposto! – che il venerdì 14 dicembre 2001 ‘sia vissuto come giorno di digiuno'” scrive mons. Guy Bagnard, vescovo di Belley-Ars, nel periodico diocesano. Prosegue nel suo editoriale ricordando l’Angelus del 18 novembre scorso, nel quale Giovanni Paolo II si rivolgeva ai cattolici di tutto il mondo. Propositi che si ritrovano in questo inizio Avvento in quasi tutti gli editoriali della stampa diocesana francese.
In modo più concreto, nella diocesi di Clermont, “si invitano i cristiani a ritrovarsi tra le 12 e le 14 per un momento di preghiera. Ovunque sia possibile, si manterranno aperte le chiese in tale fascia oraria”. Per arricchire questo tempo libero “il Servizio di pastorale liturgica e sacramentale tiene a disposizione di quanti lo chiedessero, un sussidio per animare una preghiera comunitaria. Rispettando lo spirito che riveste la giornata, le offerte ricavate dalle iniziative di digiuno e condivisione saranno inviate a Caritas-France, presente nei paesi colpiti dalla guerra e dal terrorismo”.
Analogamente, il cardinale Jean-Marie Lustiger invita sul sito Internet della diocesi di Parigi “coloro in grado di farlo, a radunarsi quel giorno all’ora di pranzo nelle chiese di Parigi, ove si organizzeranno, secondo le possibilità, un tempo di preghiera, un tempo di silenzio e una celebrazione eucaristica. Le offerte saranno destinate alle persone che il Papa affida alla nostra preghiera”. Il cardinale ha aggiunto a questo appello una lettera indirizzata a tutti i sacerdoti della sua diocesi. Due di loro, del Nord parigino abitato da tanti musulmani, si sono messi in contatto con l’Imam del quartiere.
Nelle nuove comunità: les Béatitudes, le Chemin Neuf, le Verbe de Vie, le Pain de Vie, l’Emmanuel, l’informazione è stata accolta e ampiamente diffusa presso le comunità locali dove si pratica di solito il digiuno del venerdì. Il 14 dicembre il digiuno sarà accompagnato da un momento di preghiera speciale.
Dal movimento dei Focolari, l’appello del Papa è stato rilanciato in occasione di un incontro internazionale che ha riunito i responsabili dei “Giovani per un mondo unito” dei vari paesi d’Europa, del Brasile e dell’Argentina. E’ stato proposto di far pervenire gli eventuali fondi raccolti al Pakistan (ove è presente il Movimento dei Focolari) per aiutare gli afgani dei campi di rifugiati. In Francia, la proposta è stata rilanciata in una decina di città nelle varie regioni. Per la serata del 14 dicembre è prevista una veglia aperta a tutti. Sono intervenuti anche i vescovi delle diocesi dove c’è un’alta percentuale di musulmani. Nella diocesi di Lourdes-Tarbes, ad esempio, il vescovo mons. Jacques Perrier, invita a “considerare seriamente l’appello del Papa” e spiega che “non si tratta per i cattolici di fare un giorno di Ramadan. Ci è proposto invece di fare tutt’uno con l’umanità in attesa di pace e di luce. Questa giornata di digiuno può dar luogo ad un incontro di preghiera ma deve anche consentire di fare un gesto di solidarietà verso i fratelli, vicini o lontani.”
Dal canto suo, il Segretariato per le Relazioni con l’Islam in una nota afferma che “la coincidenza dell’Avvento e del Ramadan non è sfuggita al Papa. Questo cenno rivolto ai nostri vicini musulmani non significa che il Papa ‘confonda i generi’ ed inviti i cristiani ad adottare la pratica del digiuno durante il Ramadan”. Ogni rischio di confusione dei generi è in tal modo evitato: “I gesti e gli insegnamenti del Papa hanno messo l’accento sugli attuali pericoli d’indifferenza e di confusione in modo abbastanza chiaro per non chiedere ai cristiani di adottare pratiche musulmane o ai musulmani di adottare pratiche cristiane”, spiega il Segretariato.