unione europea" "
Nel corso della riunione del Consiglio giustizia e affari interni della scorsa settimana, i Quindici sono giunti ad un accordo politico sulla definizione di terrorismo e sul ravvicinamento del livello delle sanzioni cui sono soggetti i colpevoli di atti terroristici. La decisione quadro precisa una lista di nove crimini qualificabili di terrorismo, e specifica il limite minimo delle pene da infliggere. Entro il 31/12/2002 gli Stati membri dovranno conformare la legislazione nazionale al provvedimento comunitario. Parallelamente, i Ministri della Giustizia hanno approvato l’istituzione della rete di cooperazione giudiziaria “Eurojust”. Composta da un magistrato con potere inquirente per ogni Stato membro (per l’Italia, il Procuratore Giancarlo Caselli), l’Unità Eurojust avrà il compito di facilitare i contatti e la collaborazione tra le autorità giudiziarie europee per un numero pressoché illimitato di crimini “gravi”. In sede consiliare si è invece rimandata la decisione sull’adozione del mandato d’arresto europeo. Il negoziato si era arenato a causa del rifiuto dell’Italia di accettare il compromesso globale proposto dalla Presidenza belga. Il problema centrale risiedeva sia nella lista di 32 crimini che dovrebbero rientrare nella portata del mandato europeo, lista che l’Italia vorrebbe ridotta in un primo momento a sei (terrorismo, criminalità organizzata, tratta di esseri umani, sfruttamento sessuale e pornografia infantile, traffico di droga, armi ed esplosivi), sia nel fatto che l’Italia chiedeva una deroga ulteriore al fine di poter modificare il proprio ordinamento prima dell’entrata in vigore del provvedimento. Palazzo Chigi è tuttavia giunto ad un compromesso, elaborato di concerto con la Presidenza belga, secondo il quale il nostro Paese si impegna a votare a favore della decisione-quadro. Il Vertice di Laeken, cui è demandata l’approvazione finale del mandato d’arresto europeo, aggiungerà alla decisione un protocollo specifico che permetterà sia la vigenza della decisione a livello europeo sia la possibilità che l’Italia la applichi previa modifica costituzionale e regolamentare.