editoriale
…è ancora sulle tracce dettate di tre grandi europei che si dovrà camminare se l’unione di nostri popoli vorrà diventare una seria realtà” “” “
Il 1° gennaio 2002 è entrata in vigore la moneta unica europea, l’Euro. Un’unità monetaria che si spera sia preludio a quella politica per la quale molti statisti europei dal dopoguerra in poi hanno lavorato. Uno di questi è Alcide De Gasperi al quale SirEuropa dedica un ricordo nel primo editoriale del 2002 firmato dalla figlia, Maria Romana, vice presidente della Fondazione omonima. E’ un peccato che con il passare degli anni si rammentino di una persona, che ha occupato un posto nella storia di una nazione e nel passato di un popolo, solo poche cose e della sua vita restino nella memoria collettiva pochi fatti. E forse questa è già un’opinione ottimistica se si pensa che chiedere ad uno studente chi era De Gasperi se ne possono ricevere le risposte più fantasiose. Allora in poche righe cercherò di dare solo qualche pennellata del quadro di insieme per suscitare in qualcuno curiosità e desiderio di studio del personaggio.Innanzitutto, come scriveva un giovane amico anni fa, “egli sapeva smettere”. Diceva che alla sera bisogna chiudere i cassetti e lasciare che i pensieri ed i problemi riposino nelle ore della notte. Così quell’uomo che doveva giorno per giorno affrontare e cercare di risolvere i problemi più necessari come il bisogno del pane razionato, fino alla ricostruzione delle strade e dei ponti distrutti che non davano respiro al commercio, e non ultima l’urgenza di ricomporre una nostra credibilità sulla volontà di avviare e mantenere governi democratici, sapeva alla sera ritornando in famiglia chiedere come andavano i nostri esami, quale vestito aveva comprato la mamma. Sembrava che noi ed anche gli amici nei giorni di vacanza, fossero l’unico suo pensiero. Ci faceva sentire utili e necessari alla sua vita. Sapeva dedicare la medesima attenzione ai nostri problemi, grandi e piccoli, dipanando per noi le matasse troppo imbrogliate, rendendo semplici i fatti come faceva al Consiglio dei Ministri quando riduceva con poche parole, all’essenziale, un provvedimento o un impegno che prima del suo intervento era sembrato angoscioso e non risolvibile. Egli fu soprattutto un uomo di Stato. Chi affronterà con passione la storia di quegli anni si accorgerà che De Gasperi, pur essendo fondatore e sostenitore fino all’ultimo di un grande partito apparteneva alla storia del suo Paese più profondamente che a quella di una parte.
Cattolico serio e convinto egli ebbe l’avventura di trovarsi erede di quei principi di libertà che dovevano ispirare la rinascita di quello Stato italiano, tanto avversato dagli stessi cattolici nel primo risorgimento. Seppe nel rispetto della libertà della propria coscienza, costruire un equilibrio e dare nuovo spazio a coloro che, restando fedeli ai principi della propria fede, potevano dare vita ad una forza politica che ebbe, tra l’altro anche il compito di salvare la libertà anche per chi seguiva vie diverse dalla propria. Per questa liberalità ebbe la capacità di avere ai propri governi uomini di provenienza e di cultura diversa, ma di grande statura: penso ai liberali, ai socialdemocratici, ai repubblicani che ebbero per De Gasperi rispetto, offrirono dignitosa collaborazione e più di uno anche sincero affetto. La sua vita spirituale ed il suo comportamento religioso non presentarono a queste collaborazioni mai un ostacolo né diminuirono la sua passione civile per la cosa pubblica.
Nostro padre ci ha insegnato soprattutto a guardare agli altri, a comprendere a perdonare, a cercare l’uomo al di sotto delle spoglie dell’avversario, a guardare alla natura e alla vita come un immenso dono. Il bene comune fu lo scopo della sua vita politica ed umana. Quel bene comune che lo faceva spingere con forza ai programmi per i primi passi dell’unione europea. Questa fu anche la sua ultima battaglia ed è ancora sulle tracce dettate dai tre grandi europei che si dovrà camminare se l’unione di nostri popoli vorrà diventare una seria realtà. Mi sono sempre chiesta perché la Chiesa non avesse allora saputo approfittare di un fatto tanto inconsueto: De Gasperi, Schuman, Adenauer, tre veri cristiani si tenevano allora per mano per il progetto più illuminato degli ultimi secoli. Non si può dire onestamente che furono aiutati su questo cammino.