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Oltre la moneta unica” “

"E’ necessario che nelle sedi internazionali l’Euro abbia una sola voce, anche politica", ” “afferma Karl Von Wogau, già Presidente della Commissione ” “economica del Parlamento europeo ” “” “” “

L’Euro è arrivato da soli dieci giorni nelle tasche dei cittadini dei dodici Paesi di Eurolandia e già si fanno i primi bilanci del “changeover”. Wim Duisenberg, presidente della Banca centrale europea (Bce) e Romano Prodi, presidente della Commissione europea, parlano di successo grazie all’entusiasmo dei cittadini nell’adottare la nuova moneta. Ma anche i disagi non mancano. Abbiamo chiesto di fare il punto sulla situazione a Karl Von Wogau , eurodeputato, sino al 1999 Presidente della Commissione economica del Parlamento europeo e relatore sull’introduzione dell’Euro.

L’introduzione dell’Euro è avvenuta: come è stato affrontato il “big bang”? Sono concrete le preoccupazioni relative al rispetto del Patto di Stabilità da parte di Germania e Italia?
“Tecnicamente, l’introduzione dell’Euro è avvenuta bene: il cambio è stato preparato nel migliore dei modi dalla Banca Centrale e dai Ministeri delle Finanze. Si può senz’altro parlare di successo. Per il futuro sarà molto importante concentrarsi non solo sulla politica monetaria ma anche sulle politiche economiche dei singoli Stati membri al fine di dare alla Moneta Unica una base di stabilità. Senza un loro coordinamento, i timori fondati di non rispetto del Patto di Stabilità da parte di alcuni Paesi, Germania e Italia soprattutto, potrebbero avverarsi”.
Ritiene che l’Unione Europea dovrebbe dotarsi di un “Mister EURO”, come per la Politica estera?
“L’Unione ha già il proprio ‘Mister EURO’, che è il Presidente della Bce, Wim Duisenberg. Il vero nocciolo del problema è un altro: è necessario che nelle sedi internazionali l’Euro abbia una sola voce, di natura anche politica. Per questo sarebbe molto importante che il Commissario all’Economia possa partecipare sia al G8 finanziario sia ad altri appuntamenti relativi al governo mondiale dell’economia”.
Timore di aumento dei prezzi, problemi per le fasce deboli. Si può parlare di costi psicologici e culturali?
“L’Euro esiste in realtà già dal 1999. L’inflazione era allora molto bassa nell’area dell’Euro. Oggi supera di poco il 2% ma negli Stati Uniti il livello è più alto. La Bce ed i Ministeri economici hanno fatto in modo che la stabilità interna dei prezzi venisse assicurata; a parte eccezioni fisiologiche, direi che il risultato è stato raggiunto. Per quanto concerne le cosiddette fasce deboli, negli anni passati sono stati fatti sforzi enormi per evitare che l’introduzione dell’Euro potesse rivelarsi sfavorevole ai meno favoriti. L’esempio dei ciechi che possono riconoscere facilmente sia banconote sia monete vale per tutti. Non vedo alcun problema per i poveri, dal momento che il potere d’acquisto dell’Euro è uguale rispetto alle vecchie divise. Dai Romani in poi, la storia è piena di cambi di monete, con una diminuzione sistematica del potere d’acquisto. Questo per l’Euro non succederà. E’ solo una questione di qualche settimana per completare il rodaggio”.
L’Euro come primo passo di un’integrazione più forte. Sarà sufficiente come base per l’unione politica?
“E fuori di dubbio che il successo a lungo termine dell’Euro sarà possibile solo nel contesto di un’unione politica. A Maastricht si è fatta l’Unione monetaria, trascurando quella politica che è ancora troppo debole. Aspettando le riforme, l’importante è progredire nel settore della politica estera e della politica di difesa che costituiscono il nucleo dell’unione politica”.