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L’Assemblea nazionale ha approvato la norma che impedisce di ” “indennizzare un essere umano per il "danno ” “di essere nato"” “” “
Nessuno può pretendere un indennizzo per il solo fatto di essere nato e la vita stessa non può essere un pregiudizio. Questo è il contenuto di un testo di legge votato in Francia quasi all’unanimità, dall’Assemblea nazionale, il 10 gennaio scorso. La storia risale al 17 novembre 2000 quando la corte di Cassazione aveva riconosciuto Nicolas Perruche, nato portatore di handicap “il diritto di beneficiare di un risarcimento per il pregiudizio che risultava dal suo handicap in modo da permettergli di vivere in condizioni conformi alla dignità umana”. La vita stessa era riconosciuta come un “pregiudizio” per un portatore di handicap.
“Nessun indennizzo per essere nato”. Il nuovo testo di legge afferma invece che “nessuno può esigere un indennizzo per il solo fatto di essere nato”. Diritto ammesso solo se “l’handicap è stato la conseguenza diretta di un errore”. Stando alla legge, l’errore medico, che dà luogo ad un indennizzo per il bambino, sarà limitato “all’atto errato che ha provocato l’handicap, l’ha aggravato o non ha permesso di prendere misure per attenuarlo”. Nel caso “di un bambino, nato con un handicap di particolare gravità, non scoperto durante la gravidanza in seguito ad un grave errore, i genitori possono, dunque, chiedere alla struttura sanitaria o al professionista un indennizzo per la persona portatrice di un handicap, che corrisponde alle spese particolari derivanti, in vita, dal suo handicap”. Tuttavia si tratta di un’affermazione parziale. Il nuovo dispositivo non risolve, infatti, le questioni poste dai medici ecografisti preoccupati per il loro lavoro e conserva la discriminazione tra i genitori che fanno un ricorso e coloro che si astengono dal presentarlo e tra i portatori di handicap che potrebbero essere diagnosticati prima della nascita e quelli non diagnosticabili.
Le reazioni delle Chiese: una situazione assurda. A mettere in risalto l’assurdità della situazione è mons. Philippe Barbarin, vescovo di Moulins e presidente del Comitato episcopale per la salute: “solo i genitori che dichiareranno pubblicamente il loro dispiacere per aver dato la vita al loro bambino dice – avranno diritto all’indennizzo”. Dal canto suo, mons. André Vingt-Trois, arcivescovo di Tours e presidente della Commissione episcopale della Famiglia, si chiede se “la legge autorizzerà l’indennizzo delle famiglie in base alla scelta ipotetica di un aborto medico e se avremo il coraggio di impegnarci in una politica di solidarietà verso le persone con handicap, con gli oneri fiscali che ne derivano”. “Tutto il dibattito conclude – è limitato dall’idea sulla legittimità del ricorso all’aborto su indicazione medica. Finché l’aborto sarà considerato una questione tabù, il dibattito non troverà la sua giusta dimensione”. La vicenda “Perruche”, secondo la Federazione delle Chiese evangeliche battiste e l’Unione delle Chiese evangeliche libere “apre la strada a delle pericolose derive: la crescita dei contenziosi, il danno per la medicina prenatale con l’aumento dei premi di assicurazione e le pressioni sui medici, indotti, così, all’aborto per precauzione”. Per questo le Chiese evangeliche chiedono che si “ponga il problema dell’handicap congenito in termini di aiuto e di solidarietà sociale e non di errore e che si crei uno statuto giuridico che protegga il bambino che deve nascere”.
Dopo “Perruche” è tempo di bioetica. La legge è ora attesa in Senato il 22 gennaio per poi ritornare all’Assemblea il 30 gennaio per essere definitivamente votata. Ma l’attività legislativa non si esaurisce con l’affare “Perruche”. Dallo scorso 15 gennaio, infatti, è iniziata in Parlamento la discussione del progetto di legge sulla bioetica. All’ordine del giorno anche la proibizione della clonazione umana e la facilitazione della donazione di organi. In discussione, inoltre, la questione della ricerca scientifica sugli embrioni umani, possibile, secondo il nuovo progetto, solo su embrioni congelati e in sovrannumero rispetto ai piani di fecondazione in vitro per i quali sono stati ‘prodotti’. La nuova legge propone anche delle modifiche alle disposizioni in vigore sulla donazione di organi ed introduce il principio del “silenzio-assenso” alla donazione.