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I vescovi francesi ” “invitano a riscoprire ” “il valore della lettura ” “per crescere ” “nella vita interiore” “” “
Una mezz’ora di lettura al giorno: è quanto suggeriscono i vescovi francesi in una nota del Copic (il Comitato permanente per l’informazione e la comunicazione della Conferenza episcopale di Francia), diffusa nei giorni scorsi, dal titolo “Ritrovare il tempo di leggere”, nella quale invitano i fedeli alla riscoperta del valore della lettura. Il Copic ha infatti creato un gruppo di lavoro con editori e librai e, in contemporanea con la diffusione di questo testo nelle librerie cattoliche, promuove diverse iniziative nelle diocesi, tra cui conferenze, “biblioteche di base”, letture pubbliche, ecc… Pubblichiamo una sintesi della nota.
I libri, una tradizione vivente. Nella storia, ricordano i vescovi, “i cristiani non hanno mai smesso di scrivere”, per cui “leggere le opere del passato significa accogliere una tradizione vivente”. “Tutta la nostra tradizione culturale e letteraria, quella che ha costituito la nostra umanità, vive su presupposti ereditati dalla cultura cristiana del libro”.
L’elogio della lettura. Leggere, scrivono i vescovi francesi, significa “costruire e accedere ad una vita interiore autonoma, con risorse proprie, una personale geografia intima e un’identità singola”; significa “rompere la monotonia dei giorni, lottare contro l’usura del tempo”, “regalarsi la gioia di arricchirsi di ciò che si scopre”. “Un libro – osservano – può assumere colori nuovi a seconda dei momenti; arreca dei profumi che arrivano alla mente o scendono nel cuore a seconda delle stagioni, al ritmo dei desideri”. E ancora: “Il libro è prima di tutto un regalo a se stessi ” e offrirlo a qualcuno vuol dire “renderlo complice di ciò che si è”. Attraverso il libro, precisano, ogni cristiano “può diventare l’istitutore di se stesso”.
E oggi? “Che ne è oggi della lettura?”, si chiedono i vescovi. “Ognuno constata, nella propria vita professionale, che non ci si può accontentare della formazione iniziale ed è normale perfezionarsi nelle lingue o dedicare del tempo alla formazione per approfondire la propria professione”. Per questo, “non sarebbe normale approfondire la propria fede e vita cristiana dandosi del tempo per letture regolari?”. “Formazione umana personale, trasmissione dei valori fondamentali, risveglio alla fede e crescita nella vita cristiana, evangelizzazione, i libri tutti i libri possono veramente aiutare se si decide di servirsene”.
Da qui la proposta di dedicare mezz’ora della propria giornata alla lettura, a patto che non si paragoni la lettura agli altri mass media, che privilegiano invece “la rapidità dell’informazione, la chiarezza immediata e hanno l’obiettivo di raggiungere il più ampio numero di destinatari”. In questo modo il libro diventa il “parente povero” dei mezzi di comunicazione di massa, senza accorgersi che in realtà non è affatto rimpiazzabile. Altro rischio, secondo i vescovi, è quello di ridurre il libro ad uno strumento “pratico”, rendendolo una sorta di supporto (enciclopedie, dizionari, ecc). “E’ necessario ritornare al cuore dell’atto della lettura affermano -. Come l’atto dello scrivere, rileva la segreta costruzione della libertà interiore”. “Comunicando ad altri questa esperienza, facendosi aiutare da esperti – librai, bibliotecari, insegnanti si scoprirà a poco a poco l’esperienza letteraria come ‘luogo teologico’”. Un’esperienza che è sempre stata, concludono, “uno degli ambiti, oggi poco frequentati, del dialogo tra le culture e la tradizione cristiana”.
Patrizia Caiffa