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La casa comune” “

Ebrei e cattolici uniti per combattere il risorgere dell’antisemitismo ” “in Europa” “


Mai più antisemitismo. Preoccupazione per il risorgere in Europa di un sentimento antisemita e un appello affinché – sull’onda di Assisi – i capi spirituali delle differenti religioni continuino a denunciare ogni forma di violenza e terrorismo e ad operare per “la pace tra i popoli”. E’ quanto esprimono cattolici ed ebrei in una dichiarazione congiunta diffusa al termine di un incontro promosso a Parigi dal Congresso ebraico europeo sul tema: “Dopo Vaticano II e ´Nostra Aetate`, approfondimento dei rapporti tra ebrei e cattolici in Europa sotto il pontificato di Giovanni Paolo II”. All’incontro, che ha riunito nei giorni 28 e 29 gennaio 1.500 persone, erano presenti anche il card. Walter Kasper, presidente della Commissione della Santa Sede per i rapporti religiosi con l’ebraismo, e il card. Jean-Marie Lustiger, arcivescovo di Parigi. Nella dichiarazione finale, gli ebrei hanno voluto rendere un omaggio a Giovanni Paolo II per il suo instancabile lavoro di riconciliazione, ricordando le tappe più importanti di questo dialogo: dalla visita alla grande sinagoga di Roma (13 aprile 1986) al pellegrinaggio in Israele segnato – tra l’altro – dalla preghiera al Muro del Pianto di Gerusalemme (2000). Gli ebrei ricordano anche la Shoah e constatano con “inquietudine, il risorgere di un violento sentimento antisemita”. “Questa riflessione – scrivono – non vuole provocare nuovo risentimento ma affermare le basi di una coesistenza fraterna”. Ebrei e cattolici chiedono che “l’insegnamento della storia della Shoah sia trasmesso alle giovani generazioni affinché l’idolatria del sé, proclamata dal nazismo fino al rifiuto dell’altro e alla sua eliminazione, sia per sempre bandita dalla nostra società”.

Dialogo nella verità. Su questa tragica pagina della storia europea si è soffermato anche il card. Walter Kasper. “Si tratta – ha detto – di una questione di sincerità e di coraggio ammettere la nostra debolezza umana e cristiana, il nostro silenzio e la nostra indifferenza rispetto a questo genocidio. Per questo, teniamo così tanto al fatto che la ricerca storica pervenga ad una giusta analisi e comprensione di questi tristi e vergognosi eventi della seconda guerra mondiale”. D’altronde, ha aggiunto il cardinale, ebrei e cristiani hanno una “responsabilità particolare per l’avvenire dell’Europa” e sono chiamati ad operare insieme per la pace, il rispetto della dignità umana, l’ecologia, la lotta contro la povertà.

Edificare insieme l’Europa. Il Papa ha inviato a Parigi un messaggio chiedendo ad ebrei e cattolici di dare “nuovo slancio alle nostre relazioni affinché la tradizione religiosa, che ha ispirato la cultura e la vita del Continente, continui a far parte della sua anima”. Ebrei e cattolici – ha proseguito Giovanni Paolo II – hanno il compito di “trasmettere alle nuove generazioni” le ricchezze e i valori comuni che appartengono alle due tradizioni religiose, affinché “mai più l’uomo disprezzi il suo fratello in umanità e mai più guerre e conflitti siano condotti in nome di un’ideologia che disprezza una cultura o una religione”. “Al contrario – ha aggiunto il Santo Padre – le differenti tradizioni religiose sono chiamate a mettere il loro patrimonio al servizio di tutti, per edificare insieme la casa comune europea, unite nella giustizia, nella pace, nell’uguaglianza e nella solidarietà”.

Un nodo da sciogliere. Il Rabbino René-Samuel Sirat, vicepresidente della Conferenza europea dei rabbini, ha reso omaggio a Giovanni Paolo II riprendendo il titolo di uno scritto del cardinale francese Paul Poupard, pubblicato di recente in Francia: “Questo Papa è un dono di Dio”. Mentre Michel Friedman, vicepresidente del Congresso ebraico europeo, ha denunciato “un risorgere dell’estrema destra” in tanti paesi d’Europa. “Per lottare contro l’antisemitismo – ha dichiarato – occorre dire la verità, non per accusare ma per costruire l’avvenire”. Friedman ha poi chiesto di aprire gli archivi della Chiesa e del Vaticano tra gli anni 1933 e 1945. “E’ una necessità – ha spiegato – per un dialogo onesto e franco nel rispetto e nell’uguaglianza”.
M.G.