Nascere e morire: una sfida per l’evangelizzazione” “

I temi della vita e della morte sono stati al centro di un simposio promosso a Roma dai vescovi europei nel 1989 sul tema “Gli atteggiamenti contemporanei davanti alla nascita e alla morte: una sfida per l’evangelizzazione”. “In questa Europa dove la grande maggioranza della popolazione si rivolge alla Chiesa in occasione della nascita e della morte – aveva detto il card. Carlo Maria Martini in apertura del simposio – la Chiesa cattolica si trova sollecitata a esprimere il cuore del Vangelo”. “Questa – ha aggiunto – è la buona Novella da annunciare: ogni essere umano che viene a questo mondo è preceduto dall’amore di Dio e il suo destino sarà di ritornare a Dio”. Sul problema del dolore si era soffermato il presidente dei vescovi tedeschi, card . Karl Lehmann. “L’ideale di una vita senza dolore – aveva detto – non è di per sé negativo. Tutti i sogni di una vita migliore e più felice hanno questa componente. Non si può tuttavia far tacere completamente il dolore senza togliere anche alla vita la necessaria inquietudine inerente ad essa. La ‘cultura degli analgesici’ non è al servizio dell’uomo” e “la narcotizzazione della vita è un nemico fondamentale della comunità umana. Non solo ci rende incapaci di sopportare i nostri dolori, ma ci rende anche incapaci di recepire e di condividere il dolore degli altri”.
Anche Giovanni Paolo II prese la parola al simposio europeo. “La Chiesa – disse il Papa, ricevendo in udienza i partecipanti – deve, in primo luogo, ridire all’uomo di oggi la piena verità sul suo essere creatura venuta all’esistenza come frutto di un dono di amore. Da parte di Dio, innanzitutto: l’ingresso di un nuovo essere umano nel mondo non avviene, infatti, senza che Dio vi si coinvolga direttamente mediante la creazione dell’anima spirituale: ed è l’amore soltanto che lo muove a porre nel mondo un nuovo soggetto personale, al quale Egli di fatto intende offrire la possibilità di condividere la sua stessa vita”.