La “Agenda dello Sviluppo” adottata nel Novembre scorso a Doha nell’ambito della IV Conferenza ministeriale dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) incontra ostacoli alla sua effettiva applicazione. Il Direttore Generale dell’OMC (nonché candidato alla Presidenza) Mike Moore ha lamentato, di fronte all’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, l’assenza di un accordo sulla condotta dei negoziati dell’Agenda, elemento che rischia di “provocare dei ritardi che l’OMC non può permettersi se i Governi intendono concludere entro il 1° Gennaio 2005 il programma di lavoro stabilito a Doha”. Il Comitato ad hoc incaricato della messa in atto dell’Agenda deve ancora definire sia le modalità della condotta dei negoziati, sia il calendario e la struttura di questi ultimi. Moore ha inoltre esortato i Parlamentari americani ed europei a farsi da tramite presso l’opinione pubblica al fine di spiegare le ragioni dell’Agenda. 121 ONG della “società civile” hanno infatti recentemente attaccato la Dichiarazione di Doha, mettendone in dubbio la legittimità: in un documento, tali ONG parlano di “processo scandaloso di manipolazione e discriminazione inaccettabile per una Organizzazione internazionale come l’OMC” e rilevano la debolezza degli impegni assunti, tra gli altri, per la “sovranità alimentare”, la proprietà intellettuale e la questione dell’accesso ai medicinali.
G.A.G.