Quale idea d’Europa” “

” “Si lavora ad un incontro tra i rappresentanti delle Chiese cristiane ” “e il mondo politico ” “europeo” “” “


La promozione di un incontro tra i responsabili delle Chiese cristiane in Europa e i rappresentanti del mondo politico e la convocazione (non prima del 2006) di una terza Assemblea ecumenica europea. Su queste due ipotesi di lavoro si è concentrata l’attenzione delle Chiese cristiane all’incontro del Comitato congiunto Kek-Ccee che si è riunito a Ottmaring (Germania) dal 24 al 27 gennaio 2002, sotto la presidenza del metropolita Jérémie Caligiorgis (Kek) e di mons. Amedée Grab (Ccee). “Il contributo che le chiese possono dare all’idea e alla realtà dell’Europa – si legge in un comunicato diffuso all’indomani dell’incontro – è infatti una delle sfide della Charta Oecumenica “. Il dialogo tra le chiese e le istituzioni politiche – si legge nel comunicato – deve avvenire anche a nome di tutte le regioni europee, poiché “anche coloro che vivono al di fuori dell’Unione Europea allargata sono comunque profondamente toccati dalle decisioni dell’Unione”. Altra pista di lavoro comune è la convocazione di una terza Assemblea ecumenica europea, per dare “continuità allo slancio ecumenico” dato dalle precedenti assemblee di Basilea e Graz. Ad Ottmaring, Kek e Ccee hanno espresso “soddisfazione” per l’ampio interesse suscitato dalla Charta Oecumenica in molte parti dell’Europa ed hanno deciso di pubblicare, entro breve, un volume sull’incontro ecumenico europeo di Strasburgo. Si è anche convenuto di organizzare una consultazione nell’autunno 2002 per esplorare come la Charta Oecumenica è stata recepita nei diversi paesi. Alla luce infine dei “tragici eventi dell’11 settembre e delle loro conseguenze”, il comitato congiunto ha sottolineato “l’importanza del dialogo interreligioso” ed ha accolto una serie di proposte per “continuare, sviluppare ed intensificare il dialogo e i contatti fra cristiani e musulmani”. Abbiamo intervistato mons. Aldo Giordano , segretario generale del Ccee.

Perché un incontro con i rappresentanti del mondo politico europeo ed una Assemblea europea?
“Sono per il momento due ipotesi emerse durante la discussione in risposta a due esigenze: l’incontro con i rappresentanti del mondo politico vuole essere un momento per confrontarsi insieme sulla visione dell’Europa. Per l’Assemblea ecumenica che non si realizzerà comunque prima del 2006, non è stato pensato ancora un tema. L’idea nasce dall’esigenza di dare una testimonianza comune in Europa. Le Chiese europee vogliono infatti incontrarsi per riflettere su come i capisaldi del cristianesimo – i temi della fede, della speranza e della carità – possano illuminare i valori di fondo della società e della cultura europee”.
I due appuntamenti vogliono essere una risposta all’appello lanciato dal papa sulla marginalizzazione delle religioni nel processo di costruzione europea?
“Certo, soprattutto l’incontro con i politici. Anche se noi non vogliamo dare l’impressione che le Chiese si radunino per far pressione. Siamo superiori ad ogni logica di lobbying. Vogliamo solo confrontarci con loro sulla visione e sul futuro dell’Europa”.
Come è stata recepita la Carta ecumenica?
“Siamo sorpresi dalla presenza della Carta ecumenica nella vita delle Chiese. Con una certa diversità tra le nazioni, la Carta si è posta al servizio di una nuova fase dell’ecumenismo, la fase in cui il dialogo tra le Chiese sta entrando nella vita quotidiana delle comunità. Il testo aiuta anche le Chiese a prendersi la responsabilità di tutta l’Europa e di tutto l’ecumenismo e non solo di quello che accade nel proprio Paese. Il tema dell’11 settembre e di ciò che ne è seguito, è stato sempre presente all’incontro di Ottmaring: ci siamo domandati cosa significa oggi vivere il cristianesimo alla luce di questi eventi tragici. Questi fatti ci hanno confermato che solo il Vangelo è capace di instaurare una vera alternativa alla globalizzazione del terrorismo e della violenza. Significa allora che i cristiani hanno una grande responsabilità. E ribadisce anche quanto sia importante il dialogo interreligioso, in particolare con i musulmani e soprattutto con chi, all’interno dell’Islam, cerca una via europea all’essere musulmano”.
Maria Chiara Biagioni