allargamento

” “I timori dei Paesi dell’Est” “

” “Fino a che punto i Paesi dell’Unione Europea sono pronti ad aprirsi ad Est? Si domanda il card. Husar parlando del processo di ” “allargamento dell’Ue” “” “


Occorre aprire le frontiere, ma occorre soprattutto aprire il cuore della gente perché solo così è possibile costruire un’Europa dove le diversità convivono e le tradizioni dell’Est e dell’Ovest si rispettano. E’ l’opinione del card. Lubomyr Husar, arcivescovo maggiore di Leopoli degli Ucraini, sull’allargamento ad Est dell’Unione europea. Il cardinale – che ha partecipato alla Giornata di preghiera per la pace ad Assisi – ha visitato nei giorni scorsi l’Istituto di scienze religiose della diocesi di Bolzano e Bressanone, ospite del vescovo Wilhelm Egger.

Attenzione alla diversità. L’arcivescovo guarda con molto interesse alle nuove prospettive che si aprono ai Paesi dell’Est e agli scenari che si stanno configurando con l’allargamento dell’Unione Europea. “L’Unione europea – dice – è nata in un ‘angolo’ dell’Europa, nella parte più occidentale, che ha alle spalle una tradizione particolare, una tradizione sia antica basata sulla storia romana e latina, sia recente, alla luce di uno sviluppo storico molto particolare. Su questa matrice è nata l’idea ed è stata realizzata un’Europa unita”. Oggi – aggiunge il cardinale – è possibile viaggiare senza mostrare il passaporto e pagare utilizzando un’unica moneta e “tutto questo senz’altro fa una bella impressione”. “Ora – osserva Husar – c’è l’intenzione di allargare questa Unione verso l’Europa centrale e orientale”.
In vista di questo importante incontro dell’Ue con l’Oriente europeo, il card. Husar tiene a precisare che “in questa parte del continente ci sono Paesi con una storia molto differente, con una cultura religiosa basata sulla tradizione bizantina, tradizione abbastanza differente dalla latina”. A questo si deve aggiungere che i Paesi dell’Europa centrale ed orientale sono usciti da un periodo comunista che ha lasciato “un’impronta abbastanza forte”. Secondo l’arcivescovo ucraino, “questi elementi, sicuramente, renderanno l’allargamento dell’Unione europea abbastanza complesso”. “L’Europa occidentale e i Paesi che hanno dato vita all’Unione europea devono aprirsi ad Est, ma fino a che punto – chiede il cardinale – saranno pronti a farlo? Questa è la domanda che ci poniamo in questi giorni”. Il card. Husar fa notare un’altra preoccupazione: chi vive ad Est – spiega – teme che “i Paesi occidentali possano voler imporre un certo modo di pensare, una mentalità, una ‘Weltanschauung’ differente dalla nostra”.

Il pericolo di accantonare Dio. Fondamentale, nel processo di ampliamento dell’Unione europea, sarà per il cardinale Husar, la religione. “L’Europa – afferma – anche se molti oggi vogliono negare o trascurare questo fatto, è cresciuta su una cultura cristiana”. Il cristianesimo è però entrato nella vita e nella storia di popoli che sono tra loro profondamente diversi. Basti pensare a quanto siano differenti le tradizioni culturali del Portogallo e dell’Ucraina benché siano entrambi Paesi con una cultura profondamente cristiana. Ecco perché, ad avviso dell’arcivescovo, “bisogna prestare attenzione affinché questa unione non diventi un modo per cercare di sottomettere una parte ad un’altra dell’Europa. Penso che la religione svolgerà in questo processo un ruolo importantissimo”. C’è poi l’altra sfida dell’incontro dell’Europa con l’islam. Benché siano oggi in molti a riconoscere quanto sia importante il ruolo della religione “solo due costituzioni in Europa, quella della Germania e quella ucraina”, fa notare Husar, fanno riferimento “a Dio e alla nostra responsabilità davanti a Dio. Tutte le altre evitano di parlarne. Ora questa negazione, questo accantonare Dio per noi è un segnale di un certo pericolo, al quale dobbiamo prestare attenzione, una volta che vogliamo entrare nell’Unione europea. Dobbiamo essere, infatti, molto cauti affinché non venga marginalizzato questo elemento fondamentale per la nostra vita”.