porto alegre - new york

” “Più coerenza nei governi

” “” “I ministri degli Esteri vengono in visita all’Onu con magnifiche dichiarazioni ma poi i ministri delle Finanze vanno a Doha con una posizione totalmente diversa, afferma” “Mary Robinson ” “


Mentre i dirigenti politici ed economici erano a New York per il Forum economico mondiale, anche i movimenti no-global si erano dati appuntamento a Porto Alegre per discutere di globalità e mondializzazione. Al centro dei dibattiti, dunque, gli stessi argomenti visti però con prospettive diametralmente opposte. Mary Robinson , Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti dell’uomo, è stata una delle poche personalità a recarsi ad entrambi i forum. L’abbiamo intervistata.

Che idea si è fatta delle realtà rappresentate a Porto Alegre e a New York?
“Penso sia necessario stabilire contatti. La mia preoccupazione quando ero a Porto Allegre era di capovolgere critiche e proteste. Passare dall’essere ‘antiglobalizzazione’ all’essere a favore di una globalizzazione etica dove i diritti dell’uomo facciano parte delle regole. Il mio messaggio invece a New York intendeva ricordare il sentimento di alienazione generato dalla globalizzazione basata sul libero commercio e sull’ideologia dei mercati aperti”.
Si può stabilire un ponte fra mondi così diversi?
“E’ stato molto interessante notare che il Forum sociale ha trattato argomenti economici mentre il Forum economico si è interessato a quelli sociali. Le prospettive però sono state totalmente diverse. Di fronte ad un divario così grande occorre allora stabilire un dialogo maggiore. Non dobbiamo però illuderci che il riavvicinamento sarà facile. La globalizzazione sta peggiorando l’esperienza di chi vive nell’estrema povertà ma pare che questa situazione non venga presa in considerazione. La prospettiva di New York è la seguente: dal momento in cui c’è progresso nelle economie, allora va tutto bene. Penso che occorra più dialogo. Entrambi devono darsi ascolto anche se sarebbe specialmente New York a dovere ascoltare di più Porto Alegre”.
Possiamo immaginare di vedere un giorno un unico forum?
“Non al momento. Occorrerà molto tempo. Personalmente, penso che non sarebbe neanche una buona idea. Il divario è troppo rilevante. I due forum sono attualmente necessari”.
Cosa manca alle attuali strutture?
“Vorrei vedere più legami tra i vari strumenti già esistenti per la protezione dell’ambiente, dei diritti dell’uomo, dei diritti del bambino e del lavoro. Tali strumenti non sono però fra le prime considerazioni nelle discussioni dell’Organizzazione mondiale del commercio (Omc). I ministri degli esteri vengono in visita all’Alto Commissario dei diritti dell’uomo con magnifiche dichiarazioni ma poi i ministri delle Finanze vanno a Doha, ai negoziati dell’Omc, con una posizione totalmente diversa. Occorre una maggiore coerenza nei governi e nelle responsabilità di ognuno così come nelle organizzazioni internazionali”.
Quali passi futuri per raggiungere una “globalizzazione etica”?
“Penso che l’approccio dovrebbe essere più vicino ai diritti dell’uomo che non ad una prospettiva essenzialmente economica. Inoltre, posso aggiungere che la globalizzazione odierna dimostra una certa carenza nei sistemi di valori. I valori del mercato sono troppo forti e in alcuni casi peggiorano la situazione di chi è tagliato fuori dai profitti. Promuovere i diritti dell’uomo significa basare le attività dell’Omc, del Fondo monetario internazionale (Fmi) e della Banca mondiale su un sistema di valori che difende i diritti economici, culturali e sociali dei popoli; vale a dire incoraggiare i sistemi della sanità e dell’istruzione”.