” “Quotidiani e periodici


Ampio rilievo per il processo a Milosevic in corso a l’Aja sui quotidiani e periodici europei. Sul numero dello Spiegel (18/02), l’articolo, a firma di Thomas Darnstaedt, si intitola “ Con le gambe incatenate” e riprende una metafora dell’ex -presidente jugoslavo che stando alle sue parole “ si troverebbe a nuotare in un mare di bugie, ordite dalla comunità internazionale, con le gambe incatenate e senza potere quindi nuotare“. Per Darnstaedt, l’interesse del processo va molto al di là del singolo caso per quanto eclatante “ e richiama l’importanza del tribunale penale internazionale, un’istituzione che gli Stati Uniti non riconoscono e con la quale, per legge, i cittadini americani non possono collaborare“. Un simile organismo per Washington “ non potrebbe funzionare: un potere straniero non ha il diritto di intromettersi nelle decisioni di un politico su questioni di pace e guerra della sua nazione“. “ Ebbene – conclude l’autore – questa illimitata sovranità non è lo stesso diritto che Milosevic reclama per la sua Jugoslavia? E’ proprio questa la contestazione che il dittatore serbo fa propria, cioè la competenza giuridica dell’organo che lo sta giudicando“.
“I primi testimoni depongono contro Milosevic”, titola La Croix del 18/2, che dedica un ampio servizio alle nuove fasi del processo contro l’ex presidente jugoslavo. Di un Milosevic che “sfida” le testimonianze dal Kosovo parla, invece, l’ Herald Tribune (20/2), che sottolinea come l’imputato eccellente cerchi di “gettare discredito su un politico del Kosovo che aveva accusato il governo jugoslavo di imporre un sistema di apartheid. Ad un tempo sarcastico e condiscendente, Milosevic legge da un mucchio di fogli scritti a mano”. Anche la stampa spagnola si è occupata del processo a Milosevic. ritenuto da El Pais (13/02) come “ un trionfo del mondo civilizzato sulla barbarie”. “In questo giudizio – si legge – confluiscono due aspetti: un desiderio collettivo di fare giustizia e un inequivocabile messaggio di non garantire l’impunità a chi, dalla sua posizione di potere, ha la tentazione del sangue“. L’ ABC del 13/02 ritiene il processo un “ evento storico decisivo e rilevante per il futuro del Tribunale penale internazionale”. La Vanguardia del 13/02 pensa che servirà da “ avvertimento per quei dirigenti convinti che potere significa impunità“. El Mundo del 13/02 osserva che “ il processo deve avvenire in maniera imparziale perché da questo dipende la legittimità della giustizia e la costituzione, con successo, di un tribunale penale internazionale permanente“.

Un’inchiesta sull’antisemitismo in Francia: è l’argomento a cui Le Monde del 19/2 dedica la prima pagina, soffermandosi su “il disagio della comunità ebraica, soprattutto nei suoi ambienti religiosi” e sulla “paura di fronte agli atti di ostilità che, in questi ultimi mesi, sono arrivati fino al punto di incendiare delle sinagoghe”. Alcuni commentatori, rileva il quotidiano francese, “si allarmano per la rinascita di un antisemitismo latente”, altri “insistono sulle ripercussioni del conflitto in Medio Oriente”: intanto, una petizione firmata da alcuni scienziati si interroga in merito alla “ricaduta di questi avvenimenti sui rapporti tra ebrei ed arabi in Francia”.

La presa di posizione di una ragazza marocchina che desiderava frequentare le lezioni a scuola con l’hiyab, il fazzoletto islamico tradizionale, ha provocato in Spagna un dibattito sul multiculturalismo: El Mundo del 17/2 ritiene che “ finora è lei la più danneggiata a causa della mancanza di preparazione della società a lottare con dilemmi che nel futuro aumenteranno“. “ Domande sugli stranieri” è il titolo dell’articolo di Juan A. Belloch su La Razón del 13/02: “ Non possiamo rifiutarci di capire che noi abbiamo creato e continuiamo a mantenere le condizioni affinché esista l’immigrazione“. Lo stesso giornale del 17/02 osserva che “ nelle società democratiche esiste un rispetto di base per la differenza che non possiamo dimenticare“. Secondo La Vanguardia del 18/02 vi è anche “ una lacuna legale” ma, nonostante questa lacuna, “ la soluzione deve venire dalla tolleranza”.