” “Gli anglicani hanno ” “aperto al sacerdozio femminile, ma anche i cattolici non mancano di valorizzare le donne. ” “
Il sacerdozio femminile ha diviso la Chiesa anglicana nel Regno Unito ma ormai è da tempo una realtà. Siamo andati a verificare la situazione delle donne nella Chiesa cattolica e abbiamo scoperto che il ruolo femminile è sempre più valorizzato sia nella comunità cattolica dell’Inghilterra che del Galles. In particolare nel settore educativo e sociale, così come in molti uffici della Conferenza episcopale.
“Nella City ci sono più pregiudizi”. Lo afferma Patricia Hardcastle, trentenne e addetta stampa del “Catholic Media Office” che mantiene i rapporti con la stampa e la televisione inglese. “In passato – spiega Patricia – le donne nella Chiesa cattolica avevano ruoli di secondo piano e si trattava quasi sempre di suore. Oggi la Chiesa non ha problemi a impiegare professioniste e il trattamento che riceviamo è migliore di quello che avremmo se lavorassimo in un ufficio della City perché non esiste nella Chiesa una logica discriminatoria, uomini e donne sono trattati alla pari”. “Le donne aggiunge – hanno sempre dato molto alla Chiesa in ruoli non ufficiali. Ma oggi la società inglese sta cambiando”. Dal punto di vista sociologico, “sono moltissime le famiglie dove è la donna a portare a casa lo stipendio”. In ambito ecclesiale, “con il Concilio Vaticano II ricorda Patricia – la Chiesa ha rivalutato le donne e la loro importanza crescerà in futuro, anche attraverso ruoli più ufficiali. Anche la preparazione dei sacerdoti in seminario va cambiando. C’è più attenzione al mondo femminile”.
Molte scelgono il part-time. Donne impegnate dentro e fuori la Chiesa: in Gran Bretagna il part-time, diffusissimo, ha fatto esplodere il mercato del lavoro femminile. Annette Jones, 45 anni, è preside della scuola cattolica di St. Mary’s a Loughborough, frequentata da 225 bambini tra i 4 e gli 11 anni. La sua esperienza di donna impegnata è positiva: “Non ho mai sperimentato nessuna forma di discriminazione”, spiega. “Al contrario. Devo dire che sacerdoti e vescovi mi hanno sempre incoraggiata nel mio lavoro”. Tuttavia, secondo Annette le donne cattoliche, anziché cercare di occupare a tutti i costi ruoli che nei secoli sono stati appannaggio degli uomini, dovrebbero piuttosto vivere meglio i ruoli che assumono alla luce della propria femminilità. “Cerco di svolgere il mio ruolo di preside da donna”, spiega Annette. “Non comando, non chiedo agli altri di fare cose che io stessa in prima persona non so fare. Piuttosto che prendere decisioni da sola, incoraggio insegnanti e genitori a decidere loro. Sono molto aperta alle critiche e, infatti, sento di cambiare in continuazione grazie al mio lavoro”.
Il sacerdozio femminile. “Non credo che il sacerdozio femminile sia indispensabile perché le donne possano esprimersi all’interno della chiesa”, afferma mons. Vincent Malone, vescovo ausiliario di Liverpool, ponte di collegamento tra la Conferenza Episcopale di Inghilterra e Galles e la “National Board of Catholic Women”, l’associazione che rappresenta tutte le diverse organizzazioni femminili cattoliche di Inghilterra e Galles. L’importante, prosegue Malone, è che “un’ottica femminile prenda sempre più spazio dentro la chiesa”. Anche per Annette Jones “c’è bisogno di un maggiore lavoro teologico e pastorale per promuovere il ruolo della donna nella chiesa”, piuttosto che puntare al “sacerdozio femminile”.
“Attraverso i nuovi ruoli aperti ai laici dal Concilio Vaticano II, le donne possono fare molto”, osserva mons. Malone. “Esse possono portare dentro la Chiesa una dimensione creativa tutta loro. Perciò questo collegamento che la Conferenza episcopale ha voluto con le organizzazioni femminili è molto fecondo, genera in continuazione nuove idee”.