svizzera
” “La soddisfazione delle chiese per la ” “decisione dei ” “cittadini di aderire all’Onu” “
I cittadini svizzeri, con una stretta maggioranza (54,6 %), lo scorso 3 marzo hanno detto “sì” all’adesione alle Nazioni Unite. La maggioranza dei “no” si è concentrata nei cantoni di lingua tedesca e nel Ticino. Compatto invece il voto favorevole dei cantoni di lingua francese, che hanno determinato la vittoria dei “sì”. Le Chiese, cattolica e protestante, si dicono “sollevate e soddisfatte della decisione del popolo svizzero”. Già nel gennaio scorso, infatti, le chiese svizzere si erano dichiarate favorevoli all’adesione (cfr Sir Europa n.2/2002). “Benché imperfetto scrivevano in un testo intitolato ‘Le Chiese e le Nazioni Unite’ l’Onu è oggi lo strumento più adatto a preservare e costruire la pace mondiale, promuovere la giustizia tra i popoli e trovare soluzioni ai problemi dell’umanità”. Il precedente referendum sull’adesione, svoltosi nel 1986, aveva visto la rilevante vittoria del no.
“L’impegno cristiano per la giustizia, la pace e la salvaguardia della creazione si riflette anche negli obiettivi delle Nazioni Unite”, proseguono le Chiese svizzere. “Gran parte dei problemi che incontriamo oggi hanno una dimensione mondiale e sono affrontati dalle Nazioni Unite. La politica estera della Svizzera mette l’accento sui diritti dell’uomo e sull’impegno umanitario. L’adesione all’Onu rafforzerà l’influenza del nostro Paese in questo campo”. Tuttavia per la Federazione delle Chiese protestanti e per la Conferenza episcopale svizzera “sarà importante nell’ambito della futura collaborazione con le Nazioni Unite di tenere conto delle preoccupazioni e dei dubbi di coloro che hanno votato no lo scorso 3 marzo. Le due Chiese si aspettano dalla Svizzera l’impegno affinché la voce dei Paesi più piccoli sia ascoltata e tenuta nella giusta considerazione nel contesto internazionale”.
Il Consiglio federale prevede di presentare al più presto la richiesta di adesione della Svizzera alle Nazioni Unite affinché l’Assemblea generale, nella sessione annuale di settembre, possa deliberarne l’accettazione. Così la Confederazione elvetica sarà il 190° Paese del mondo ad entrare a far parte dell’Onu. Nonostante la Svizzera non fosse membro, fino ad oggi ha partecipato attivamente al finanziamento dell’Organizzazione con una somma di 470 milioni di franchi all’anno. A seguito dell’adesione, dovrà versarne 70 in più. Inoltre la Confederazione elvetica fa già parte da tempo di organismi sussidiari e istituzioni specializzate dell’Onu come il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef), l’Alto Commissariato per i rifugiati (Unhcr), l’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale (Ompi), l’Organizzazione Mondiale della Salute (Oms), il Programma delle Nazione Unite per l’Ambiente (Unep) e l’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil). Ha anche ratificato numerosi Trattati internazionali e i relativi vari protocolli, come la Convenzione internazionale per i bambini, le donne, contro la tortura, contro la discriminazione razziale, sui diritti civili e politici o sui diritti economici, sociali e culturali. Ginevra è la seconda città al mondo come sede di organizzazioni internazionali, in articolare legate all’Onu, dopo New York.
Pur essendo neutrale, la Confederazione elvetica applica già dal 1990 le sanzioni politiche ed economiche che le Nazioni Unite hanno preso nei confronti di Paesi come l’Angola, l’Iraq, l’Afganistan. Kofi Annan, ha commentato con soddisfazione i risultati del referendum. La Svizzera ha detto il Segretario generale delle Nazioni Unite è un esempio di ciò a cui l’Onu aspira: “Una società tollerante pacifica e multiculturale, basata su valori democratici”. Per mons. Diarmuid Martin, osservatore permanente della Santa Sede presso l’Ufficio delle Nazioni Unite e le Istituzioni specializzate a Ginevra, “ci si sta avviando verso una maggiore universalità all’interno delle Nazioni Unite. Lo vedremo nell’assemblea generale in autunno, quando la Svizzera entrerà nell’Onu insieme ad un altro Paese, anch’esso importante: Timor Est”.
I.C.