” “I vescovi francesi: "Le migrazioni offrono alla società e alla Chiesa le sfide ” “dell’incontro e del vivere insieme"” “” “
Non diminuisce il numero di immigrati che continuano ad arrivare sul territorio francese. Un fenomeno che, unendosi ad una disoccupazione crescente, rischia di generare tra la popolazione reazioni xenofobe. Per via dell’insicurezza sociale e della violenza soprattutto nei centri periferici, il problema dell’immigrazione e del razzismo è al centro della campagna elettorale presidenziale. Per la Chiesa di Francia, il fenomeno migratorio è divenuto una sfida pastorale di grande rilievo.
Forme di razzismo. “Vi sono due forme di razzismo”, dice mons. Olivier de Berranger, vescovo di Saint-Denis, presidente della Commissione sociale dei vescovi francesi, rispondendo alla domanda di un’adolescente della sua diocesi. Innanzitutto, esiste un cosiddetto “razzismo scientifico” che ha sviluppato la sua logica fino nella forma estrema del nazismo. “Vi è poi aggiunge il vescovo – un altro razzismo, più frequente, che consiste nel considerare l’altro meno importante di me, solo perché ha un colore della pelle diverso dal mio. E allora posso disprezzarlo, ingiuriarlo oppure odiarlo”. Ma “se ammettiamo prosegue il vescovo che siamo tutti creati da Dio, non possiamo non sentirci uniti nelle differenze, vincendo le paure ingiustificate davanti agli altri”. E’ questa convinzione a spingere gli uomini ispirati da un autentico cristianesimo a “rifiutare la discriminazione di qualsiasi persona”.
I dati. Con circa quindici milioni di francesi nati da immigrati, il flusso degli stranieri non fa che aumentare e stravolgere il panorama sociale della Francia. Come dimostrano chiaramente gli ultimi dati, è in forte aumento la richiesta di asilo in Francia: 17.500 sono state le persone a bussare nel 1996 alla porta del Paese ma nel 2001 i richiedenti erano diventati 48 mila. Queste cifre spiegano in parte il successo – sempre crescente che sta ottenendo il “Front National”, partito di estrema destra presieduto dal deputato europeo Jean-Marie Le Pen e che oggi, secondo i sondaggi, otterrebbe l’8% dei voti alle elezioni presidenziali.
L’impegno della Chiesa. Un impegno costante e deciso a favore dell’accoglienza e dell’integrazione. Più volte la Chiesa si è pronunciata con comunicati ufficiali su temi riguardanti l’immigrazione. Per attirare l’attenzione, per esempio, sulla “drammatica situazione” dei richiedenti asilo, i vescovi hanno sottoscritto il 6 febbraio scorso una dichiarazione per chiedere maggiore accoglienza. Il 1° settembre 2001, così scrivevano: “Ormai durature e strutturali, le migrazioni offrono alla società e alla Chiesa le sfide dell’incontro e del vivere insieme”. La Chiesa francese ha inoltre più volte segnalato un disagio: i centri di accoglienza sono “totalmente sovraccarichi” e non risultano più in grado di rispondere alle richieste di alloggio. Nel 1998, si potevano accogliere fino a 3.500 persone. Al 1° gennaio 2002, i posti disponibili sono arrivati ad essere addirittura 8.500. “La situazione scrivono i vescovi – è particolarmente tesa a Parigi e nell’Île de France dove si concentra più del 60% delle richieste”.
Le richieste dei vescovi. Di fronte all’importanza e alla gravità di questa situazione, i vescovi sollecitano misure concrete: per prima cosa, ridurre il tempo delle procedure per la regolarizzazione degli immigrati in quanto i termini di attesa non fanno che peggiorare le situazioni e costringere al lavoro clandestino. I vescovi chiedono inoltre di concedere ai richiedenti asilo, il diritto di lavorare “qualora il termine di risposta alla loro richiesta superasse i sei mesi”. Reclamano infine che “si tenga maggiormente conto della situazione dei minori: occorre trovare soluzioni adeguate per assicurare la loro protezione”.