razzismo

” “I due volti del pregiudizio” “

” “"Il razzismo in Europa ha due volti: per le ” “vittime la situazione non è certo migliorata, anzi. Ma la politica contro il razzismo fa ormai parte dell’agenda dell’Unione", afferma la direttrice del Network europeo ” “” “


Il prossimo 21 marzo è la Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale. Con Vera Egenberger , direttrice di “Enar” facciamo il punto su come viene condotta la lotta alla discriminazione razziale a livello comunitario. L’Enar è il Network Europeo contro il Razzismo: un’associazione che raggruppa oltre 600 organizzazioni non governative europee il cui obiettivo consiste nella lotta contro il razzismo e la xenofobia, l’antisemitismo e l’islamofobia e nella promozione della parità di trattamento, collegando le iniziative locali e nazionali con la dimensione europea e con le attività dell’Unione.

Dal vostro osservatorio, qual è la realtà odierna del razzismo in Europa?
“Il razzismo in Europa ha due facce: a livello individuale, ovvero delle vittime, la situazione non è certo migliorata, anzi. Purtroppo la cronaca continua a riferirci di aggressioni in strada contro gli stranieri, gli stereotipi sopravvivono, le discriminazioni sono all’ordine del giorno. Ciononostante la politica contro il razzismo fa ormai parte dell’agenda dell’Unione e di molti Stati membri; vi è una coscienza crescente del problema anche a livello di centri decisionali. Il cammino del cambiamento è stato intrapreso ma per quanto riguarda la coscienza collettiva non si può ancora parlare di svolta”.
Gli strumenti giuridici nazionali ed europei sono sufficienti per combattere questo fenomeno?
“Oggi direi di no. Ma molti sono gli strumenti giuridici in via di approvazione. Grazie al Trattato di Amsterdam del 1997, che ha inserito clausole generali di non discriminazione, alcune direttive sono state finalmente approvate. Si aspetta ora che i Parlamenti nazionali recepiscano la normativa comunitaria in modo tale che le vittime di atti di razzismo possano adire i tribunali. La decisione quadro attualmente in discussione al Parlamento europeo va nella direzione di definire gli atti razzisti come reato perseguibile dal diritto penale: il razzismo inteso come vero e proprio crimine. La decisione dovrebbe essere adottata dal Consiglio. Tuttavia rendere più facile l’accesso alla giustizia dipenderà da come la decisione sarà recepita ed applicata a livello nazionale”.
Con quali strumenti il vostro Network cerca di combattere la piaga del razzismo in Europa?
“Come rete europea, l’Enar si adopera in attività di lobby per contribuire alla lotta contro il razzismo e la xenofobia. Stiamo approntando un questionario destinato ai Parlamenti nazionali per capire esattamente la situazione nei diversi Paesi. Ad esso seguirà una pubblicazione comparativa; una sorta di monitoraggio del processo di recepimento delle disposizioni comunitarie. Inoltre, organizzeremo in settembre a Berlino una conferenza paneuropea sul razzismo, il cui obiettivo deve anche essere quello di elevare gli standard minimi di protezione stabiliti dalla decisione-quadro; per far questo, chiederemo al relatore del Parlamento europeo un’audizione pubblica. Infine, non va dimenticato che razzismo significa esclusione: la nostra campagna per la cittadinanza a favore di chi proviene dai Paesi terzi mira proprio a garantire il diritto di voto, il diritto di partecipare attivamente ai processi decisionali e il diritto all’istruzione”.
G.A.G.