islam
” “Islam in Europa: un incontro delle Chiese cristiane a Bruxelles per delineare un progetto ” “di lavoro comune. ” “Ne parliamo con ” “Hans Vöcking” “
In seguito agli attentati dell’11 settembre, anche l’Islam in Europa è cambiato. Per fare il punto della situazione ma soprattutto per delineare un progetto di lavoro comune, il Comitato congiunto Kek-Ccee “Islam in Europa” si è dato appuntamento a Bruxelles dal 7 al 9 marzo. L’ultimo incontro promosso dal Comitato si era svolto a Sarajevo proprio all’indomani degli attentati negli Stati Uniti. Da allora, l’Islam in Europa “ha subito una duplice evoluzione”. A spiegarla al Sir è padre Hans Vöcking , moderatore del Comitato, che abbiamo raggiunto al termine dell’incontro di Bruxelles.
L’Islam in Europa. Nei 15 Paesi della Comunità europea, si contano tra i 10 e i 12 milioni di musulmani e altrettanti vivono nell’Europa dell’Est e nell’Europa centrale. Nella maggior parte dei Paesi – ad eccezione della ex Jugoslavia e della Bulgaria – la loro presenza è relativamente recente. L’Islam si presenta come una realtà estremamente pluralista: si va dai musulmani molto tradizionalisti a chi invece sta ricercando forme nuove di Islam in Europa. “Da una parte quindi dice Vöcking – c’è chi ha deciso di assumere posizioni molto chiare e con dichiarazioni e comunicati ufficiali ha voluto chiarire la propria opinione nei riguardi del terrorismo, ribadendo l’intenzione di volersi integrare pienamente in Europa ed affermando la volontà di accettare il gioco democratico delle società occidentali. Ma assistiamo anche ad un altro movimento di musulmani che guardano per così dire un po’ a distanza questa evoluzione preferisce tacere, non prendere la parola e mettersi da parte”. La maggior parte dei musulmani che vive in Europa aggiunge Vöcking – non fa parte delle organizzazioni islamiche e pertanto guarda alla politica con “una certa neutralità”. Anche le organizzazioni si distinguono in due categorie: “Alcune osserva Vöcking persistono a rimanere chiuse in se stesse. Ma si registrano casi, soprattutto in Stati come la Francia, la Germania e l’Italia, in cui i musulmani organizzati hanno fatto dichiarazioni importanti a favore della pace e della democrazia”.
Il dialogo. Sul fronte invece del dialogo islamo-cristiano l’11 settembre non ha generato grandi cambiamenti. Ha piuttosto portato “una ragione in più per fare e difendere il dialogo in Europa”. Si spiegano così le numerose iniziative promosse dalle Conferenze episcopali. “Anche i musulmani, almeno una parte fa sapere Vöcking – hanno compreso che devono entrare in dialogo con la società europea e con le Chiese cristiane che ne fanno parte ed hanno capito che questo dialogo è divenuto ormai inevitabile e necessario”. Una evoluzione però c’è stata. “Dopo l’11 settembre nota il moderatore del Comitato Kek-Ccee il dialogo ha preso una forma più pratica. Si è cioè capito che musulmani e cristiani possono lavorare insieme su temi e questioni precisi per promuovere su vari fronti la pace nella società”.
Gli appuntamenti. Il comitato Islam in Europa si è dato appuntamento a Bruxelles soprattutto per “capire come dare un seguito all’incontro di Sarajevo”. “Abbiamo deciso fa sapere Vöcking – di presentare un progetto di lavoro ai responsabili della Kek e del Ccee. Si vuole promuovere una serie di incontri con i musulmani per dimostrare che le Chiese cristiane sono interessate al dialogo e vogliono lavorare con i musulmani per trovare soluzioni pratiche alle questioni socio-politiche e culturali che stanno emergendo in Europa”. Il Comitato vuole mettere anche a disposizione delle Chiese la propria competenza. “Si sta per esempio lavorando ad un testo di orientamento annuncia Vöcking nel caso in cui una Chiesa voglia organizzare un incontro per la pace con rappresentanti di altre religioni. Si sta predisponendo anche la costituzione di una rete tra i responsabili del dialogo islamo-cristiano nelle diverse Conferenze episcopali e nelle Chiese membro della Kek”. La prossima riunione del Comitato si terrà nel mese di settembre a Praga dove si organizzerà anche un incontro con i musulmani che vivono in quel Paese e i responsabili delle Chiese cristiane locali.
Maria Chiara Biagioni