consiglio ue

” “Riformare l’economia

” “” “I Quindici, riuniti a Barcellona, sollecitano una riforma delle ” “strutture economiche dell’Ue. Gli ” “esperti auspicano nuove modalità per i vertici europei” “


Più concise del solito, le conclusioni del Consiglio europeo, svoltosi a Barcellona il 15 e 16 marzo, ruotano attorno a sette punti-chiave: 1) energia, 2) riforme economiche, 3) sviluppo sostenibile, 4) progetto “Galileo”, 5) mercati finanziari, 6) guerra dell’acciaio, 7) pace in Medio Oriente.
1) La liberalizzazione dei mercati di gas ed elettricità costituiva il tema centrale del vertice. Si è giunti ad una soluzione di compromesso che rimanda la questione a dopo il 2003 per quanto riguarda i “consumatori domestici”. Ma prevede che entro il 2002 siano adottate tutte le proposte per l’ultima fase di liberalizzazione per le imprese, in modo tale che la libera scelta del fornitore diventerà realtà già dal 2004.
2) I Quindici hanno ribadito l’impegno a riformare le strutture economiche dell’Ue. In particolare, tre sono le azioni prioritarie individuate dal Consiglio: la creazione di nuovi e migliori posti di lavoro nell’ottica della piena occupazione, il rafforzamento, attraverso una revisione, della strategia per l’occupazione; la promozione delle competenze e della mobilità nell’Unione europea.
3) Entro il 2002 si dovrebbe raggiungere l’accordo sull’adozione della Direttiva concernente la tassa sull’energia.
4) Il Consiglio “prende atto con soddisfazione” dei progressi relativi al sistema di navigazione satellitare europeo, “Galileo” e chiede al Consiglio trasporti di “le decisioni necessarie concernenti il finanziamento e l’avvio di questo programma”.
5) Il Consiglio si è impegnato per la piena integrazione dei mercati dei valori mobiliari e dei capitali di rischio entro il 2003, mentre per i servizi finanziari la data fissata è quella del 2005.
6) “Preoccupazione” per le misure assunte dagli Stati Uniti nel mercato dell’acciaio che non sono “conformi alle norme dell’Organizzazione mondiale del commercio” e pieno appoggio alla Commissione per “eventuali misure di salvaguardia della Comunità”.
7) Sostegno al Piano di Pace proposto dall’Arabia Saudita e alla Risoluzione 1397 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che invoca la creazione di uno Stato palestinese.

“L’unica certezza di Barcellona consiste nella liberalizzazione a partire dal 2004 del mercato energetico per uso professionale – commenta la giornalista della “Libre Belgique” Rachel Crivellard – si parlava tanto di sociale ed ecco invece un bel vantaggio concorrenziale per le imprese europee”. E’ critica anche la sua collega Sabine Verhest, secondo la quale “i vertici non funzionano più ormai in maniera ottimale: si spera che le proposte di Solana per una riforma dei lavori del Consiglio europeo siano esaminate quanto prima”. Al contrario Athanassios Goumas, direttore dell’Ufficio di rappresentanza presso l’Ue della Regione greca dell’Epiro, è del parere che “sia la decisione su Galileo sia l’apertura dei mercati elettrici per le aziende, cui seguirà l’apertura anche per le famiglie, costituiscono due passi avanti decisivi verso l’indipendenza economica definitiva dell’Europa. Certo, è mancato il coraggio nell’avanzare sulle riforme economiche. Adesso, tuttavia, l’Europa farebbe bene a concentrarsi seriamente sull’allargamento”. L’allargamento è anche la preoccupazione principale di Aneta Obara, coordinatrice dell’Ufficio di Bruxelles della Polonia orientale: “Barcellona non era il luogo per parlare di Paesi candidati. E’ stata però l’occasione per parlare con i Paesi candidati dei temi che, con l’aggiunta dell’agricoltura, sono all’ordine del giorno anche delle preoccupazioni dei nostri cittadini. Quando si dice che l’attuale metodo intergovernativo segna il passo probabilmente è più di un’impressione. Fare le riforme è la vera priorità, sia per gli Stati membri di oggi che per quelli di domani”. Mark Vesey, membro scozzese del Comitato delle Regioni, si compiace della presa di posizione forte del Consiglio sia nei confronti dello Zimbabwe sia per il conflitto in Medio Oriente: “Parole forti, cui va fatta seguire una conseguente azione forte per fare dell’Ue una protagonista sulla scena internazionale”.